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Riflessioni dalla Parola di Vita di Febbraio 2016

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Messaggio  Luisaboaretto2013 Mer 20 Gen - 18:43

“Come una madre consola un figlio, così io vi consolerò” (Is 66, 13)

Inizio la breve riflessione con le parole di Chiara Lubich quando ci dona questa sua esperienza intima e concreta: «Signore, dammi tutti i soli... Ho sentito nel mio cuore la passione che invade il tuo per tutto l’abbandono in cui nuota il mondo intero. Amo ogni essere ammalato e solo. Chi consola il loro pianto? Chi compiange la loro morte lenta? E chi stringe al proprio cuore il cuore il loro disperato? Dammi, mio Dio, d’essere nel mondo il sacramento tangibile del tuo amore: d’essere le braccia tue, che stringono a sé e consumano in amore tutta la solitudine del mondo» .

E vorrei che ognuno di noi fosse consapevole d’essere in grado di portare, nel nostro piccolo, l’azione amorosa di Dio anche dove non si avverte la Sua presenza. Che siamo chiamati ad essere annuncio di speranza per le persone che ci passano accanto, per la nostra famiglia.
Perché Dio così fa con noi, in ogni momento, in ogni situazione. Dio ci è sempre accanto, conosce ogni nostro personale dolore e il dolore dell’umanità intera.
È questo che ci dice di fare la parola di vita di Febbraio “Come una madre consola un figlio, così io vi consolerò”, ci dice che, come i bambini si gettano nelle braccia della mamma per farsi consolare ed asciugare le lacrime, così dobbiamo fare noi, qualsiasi cosa sia successa: buttarci nelle braccia di Dio per farci coprire dalla sua tenerezza e tornare a sorridere, ricominciare.
Perché Egli è accanto a chi subisce persecuzione, ingiustizie, esilio. È con noi, con la nostra famiglia, con il nostro popolo. Si è fatto uno di noi, fino a morire sulla croce. Per questo sa capirci e consolarci.
E dopo aver imparato ad aprire gli occhi e il cuore per sperimentare la Sua tenerezza riusciremo a trasmetterla a quanti vivono nel dolore e nella prova, diventeremo strumenti di consolazione: «consolare quelli che si trovano in qualsiasi genere di afflizione con la consolazione con cui siamo consolati noi stessi da Dio» (2 Cor 1, 4).
Viviamo allora questo mese da figli; figli che si fanno consolare fra le braccia dell’amore materno di Dio.

Luisaboaretto2013

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Messaggio  don.battista Mar 2 Feb - 19:25

Luisaboaretto2013 ha scritto:“Come una madre consola un figlio, così io vi consolerò” (Is 66, 13)

Inizio la breve riflessione con le parole di Chiara Lubich quando ci dona questa sua esperienza intima e concreta: «Signore, dammi tutti i soli... Ho sentito nel mio cuore la passione che invade il tuo per tutto l’abbandono in cui nuota il mondo intero. Amo ogni essere ammalato e solo. Chi consola il loro pianto? Chi compiange la loro morte lenta? E chi stringe al proprio cuore il loro cuore disperato? Dammi, mio Dio, d’essere nel mondo il sacramento tangibile del tuo amore: d’essere le braccia tue, che stringono a sé e consumano in amore tutta la solitudine del mondo» .

E vorrei che ognuno di noi fosse consapevole d’essere in grado di portare, nel nostro piccolo, l’azione amorosa di Dio anche dove non si avverte la Sua presenza. Che siamo chiamati ad essere annuncio di speranza per le persone che ci passano accanto, per la nostra famiglia.
Perché Dio così fa con noi, in ogni momento, in ogni situazione. Dio ci è sempre accanto, conosce ogni nostro personale dolore e il dolore dell’umanità intera.
È questo che ci dice di fare la parola di vita di Febbraio “Come una madre consola un figlio, così io vi consolerò”, ci dice che, come i bambini si gettano nelle braccia della mamma per farsi consolare ed asciugare le lacrime, così dobbiamo fare noi, qualsiasi cosa sia successa: buttarci nelle braccia di Dio per farci coprire dalla sua tenerezza e tornare a sorridere, ricominciare.
Perché Egli è accanto a chi subisce persecuzione, ingiustizie, esilio. È con noi, con la nostra famiglia, con il nostro popolo. Si è fatto uno di noi, fino a morire sulla croce. Per questo sa capirci e consolarci.
E dopo aver imparato ad aprire gli occhi e il cuore per sperimentare la Sua tenerezza riusciremo a trasmetterla a quanti vivono nel dolore e nella prova, diventeremo strumenti di consolazione: «consolare quelli che si trovano in qualsiasi genere di afflizione con la consolazione con cui siamo consolati noi stessi da Dio» (2 Cor 1, 4).
Viviamo allora questo mese da figli; figli che si fanno consolare fra le braccia dell’amore materno di Dio.

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