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Messaggio  don.battista Lun 8 Feb - 18:03

San Leopoldo Mandić
La santità silenziosa

Fra le molteplici iniziative legate all’ Anno della Misericordia, Papa Francesco ha voluto anche una ostensione straordinaria a Roma delle reliquie di due santi che sono stati dispensatori a piene mani della divina misericordia: Padre Pio e Padre Leopoldo. Così le spoglie mortali dei due santi cappuccini sono state portate a Roma ed esposte contemporaneamente per alcuni giorni nella Basilica Vaticana all’inizio della Quaresima. San Pio da Pietrelcina (1887-1968), il frate con le stimmate, non ha bisogno di presentazioni: alla sua vicenda terrena si sono interessati in molti. Fu un grande confessore e direttore spirituale, dal carattere un po’ burbero. È stato amato e avversato, dentro e fuori la Chiesa. A lui si ispira un vasto movimento di preghiera. Qualsiasi cosa lo riguardi fa sempre rumore, anche nei giornali e in tv.
Quella di San Leopoldo Mandić (1866-1942), invece, è una santità silenziosa. La sua figura piccola e umile infondeva bontà e serenità. Nato a Castelnuovo di Cattaro in Dalmazia (attuale Montenegro), si era fatto frate con l’ideale di adoperarsi nel campo dell’unità dei cristiani, in particolare per l’unione degli Ortodossi con i Cattolici. Ma per la sua debole costituzione, la bassa statura e la balbuzie, i superiori non lo destinarono alla predicazione ma gli affidarono l’incarico di confessore in varie città, Venezia, Zara, Bassano del Grappa, Thiene e soprattutto Padova dove rimase per circa 33 anni e dove morì all’età di 76 anni.
Nella confessione esercitava un fascino straordinario per il fine intuito e la santità della sua vita. A lui si rivolgevano intellettuali e aristocratici, professori e studenti dell’università, il clero secolare e regolare e tanti uomini e donne del popolo. Passava dieci/dodici ore al giorno nella sua celletta-confessionale ascoltando le confessioni e perdonando i peccati in nome di Dio. I penitenti vedevano in lui la presenza straordinaria del Signore. Viveva nel nascondiménto, ma tutti lo cercavano per accedere attraverso di lui ai tesori della Grazia. La sua proverbiale larghezza di cuore nel dispensare il perdono gli aveva fatto acquisire la fama di “frate dalla manica larga” e gli aveva fatto guadagnare la fiducia di tante anime che arrivavano anche da lontano. Sempre affabile e disponibile, accoglieva i peccatori con dolcezza e delicatezza, mettendo a loro agio chi si faceva prendere dalla vergogna. Addirittura si diceva che riuscisse a leggere nella coscienza e che conoscesse i peccati prima ancora che venissero enunciati davanti a lui.
Era di poche parole, infallibile nell’ individuare le colpe, risoluto nel togliere i dubbi, fermissimo nella dottrina, larghissimo nel perdonare, generoso nel dare l’assoluzione. Possedeva il dono inestimabile di ricondurre le anime a Dio. Sapeva distinguere sempre tra peccato e peccatore. Era inflessibile nel condannare il peccato, ma sempre rispettoso della dignità del peccatore, che non veniva mai umiliato bensì vivificato con la misericordia di Dio. Abitualmente dolce e paterno con i suoi penitenti, diventava particolarmente energico quando constatava gravi colpe di infedeltà coniugale. Aveva un’idea molto precisa del matrimonio cristiano e della famiglia impostata secondo il piano di Dio e cioè sull’amore, sull’unità e sull’accoglienza dei figli e pertanto usava parole molto dure per i peccati contro l’amore e la fedeltà, la violenza e la prepotenza. Trascorreva parte della notte in preghiera e dava poca penitenza ai penitenti in quanto la faceva lui per loro. Si distinse per la vita di preghiera e la pietà eucaristica e anche per una intensa devozione alla Vergine Maria.
Nel suo cuore coltivò sempre una passione ardente per l’unità dei cristiani e pregava sempre per il ritorno dei fratelli separati d’Oriente all’unità della fede cattolica tanto da essere considerato un precursore dell’ecumenismo. Ecumenismo e misericordia erano strettamente uniti in lui in un unico ideale di vita.
Padre Leopoldo era e continua ad essere una figura amatissima e la sua tomba, nel Santuario di Padova, è meta di un ininterrotto pellegrinaggio di persone attratte dalla sua forza spirituale. Accanto ad essa arde, giorno e notte, la lampada della riconciliazione alimentata dall’olio offerto, di anno in anno, nella festa liturgica del santo, il 12 maggio.
M.P.

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