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Messaggio  federico.meneghello Ven 14 Ott - 7:50



Domani sarà meglio. Tutti noi pensiamo, speriamo e poi ci attrezziamo al fine di migliorare la nostra condizione personale e familiare. Perché non lo possono auspicare e realizzare quelle persone che quotidianamente si ritrovano ad avere un’esistenza invivibile nel continente africano ? L’avanzare delle desertificazioni di vaste aree a causa dei cambiamenti climatici, la carenza di risorse idriche che drasticamente ha diminuito i terreni dediti a coltivazioni, la mancanza di sicurezza personale dovuta alle numerose guerre anche tra stesse popolazioni, per motivi religiosi, gli attacchi continui da parte di guerriglie armate alle comunità e villaggi, siano di fede cristiana od altro non importa, banditi assetati di potere o decisi ad appropriarsi delle ricche fonti energetiche locali, la mancanza di governi o guide democratiche, lasciano spazio alle scorribande continue e tremende di svariati gruppi di guerriglieri, in vari Paesi dell’ Africa che eliminano tutti e tutto pur di arricchirsi. Magari in nome della Religione ma quale ? Diffuse guerre locali, che hanno provocato “espulsioni di massa”, migliaia di donne e bambini, soprattutto, gli uomini in maggior parte sono rimasti vittime o mutilati, che hanno “dovuto” affrontare viaggi incredibili e lunghe traversate con barconi (e costosi pedaggi ad un mercato umano spietato) per trovare posto su malandati scafi che non sempre li conducono sani in porti stranieri. Primo obiettivo è rimanere in Vita. L’Europa, la meta, l’Italia una tappa. Per noi italiani, con tanti problemi e difficoltà a sbarcare il lunario, è andata peggio da quando sono iniziati questi flussi di immigrati ? A sentire tanti urlatori o dispensatori di allarmismi pare proprio di si. Certo, molte energie, mezzi e denari pubblici dedicati a molti degli immigrati accolti e distribuiti nelle nostre regioni sono stati dedicati alle molte persone sbarcate nelle nostre coste ed hanno creato preoccupazioni nelle italiani. Percezione di paura e impoverimento, per risorse “distratte” ai cittadini. Tuttavia, in altre epoche i movimenti dei Popoli non erano eventi eccezionali; non lo sarà neppure nei prossimi anni. Durerà ancora almeno 10 anni e non si può fermare, né con i respingimenti forzati ai confini, non con i muri, neppure con i diffusi allarmismi. E’ una migrazione forzata di milioni di persone che cercano lavoro, fuggono dalle guerre, vogliono ritrovare una loro Vita e realizzarla e non accettano di rimanere nella Terra natia a patire fame/paure/violenze continue. Sono diversi, però, questi Popoli “in entrata”, hanno pelle, usanze, costumi, credo, abitudini, diverse dalle nostre. Non sarà possibile una “vera integrazione” con le Comunità ospitanti; difficile si realizzi ma si può e si potrà certamente vivere meglio, loro con noi, insieme: conoscendosi. Non saremo simili, e perché dovrebbero diventare come noi ? Terribile solo pensarlo. Intanto, già da un pezzo, li “utilizziamo” e bene. Svolgono lavori faticosi, umili, mal pagati e spesso non in regola. Noi, che non li vorremmo, siamo consapevoli che “tenendoli qui” sono una fonte enorme di manodopera a buon mercato: nei nostri campi , nei vivai, nelle fattorie e allevamenti di bestiame e non creano, per il momento, problemi sindacali. Ma a tanti immigrati che non lavorano, diamo soldi ogni giorno, cibo, da vestire, alloggio e troviamo loro qualche lavoretto, un po’ in regola o addirittura ricevono soldi senza fare alcuna fatica !!! Questo si sente dire, spesso, in piazza o nei pubblici esercizi, e comunemente dicono: “ … perché dobbiamo mantenerli, questi neri, magari ci sono dei terroristi … ?”. Potrebbe essere comprensibile tale lamento, generalizzato, verso i migranti, ma la realtà è che nei loro Paesi avevano perso il “diritto di restare e non c’era alcuna certezza, anche per i ceti medi che lì avevano delle proprietà e dei denari, di progettare un loro Futuro in quei luoghi martoriati. Come possiamo opporci o estraniarci di fronte a tanti diritti fondamentali negati a centinaia di migliaia di cittadini diversi da noi ? Rifugiati, profughi, migranti, comunque persone, non dei punti ma esseri con un passato, una storia e tante vite giovani da valorizzare. Vi sono dubbi nelle nostre Comunità, evidenti e respirabili, in quanto un flusso continuo di popoli crea sensazioni e stati d’animo di incertezze su come e se potranno reggere i nostri territori, insediati (ma non assediati) da sempre più immigrati. Popoli che non sono abituati ai regolamenti, al lavoro costante e stressante del nostro Paese. Possono essere occasioni di rottura, in ambiti locali. Non è facile governare tali cambiamenti sociali e culturali. Soluzioni facili o di breve miglioramento sono illusori proclami. Come non bisogna credere che questo “fenomeno sociale delle migrazioni di massa” sia una temporanea emergenza, perché altri e molti ne arriveranno, non solo in Italia. Si dovrà imparare a gestire e organizzare, nel Continente Europa, una massa di migranti o rifugiati internazionali importante, aiutando nel frattempo ì Paesi in guerra ad una loro ripresa sociale – economica - culturale, con governi locali da “costruire” e “seguire”. Ciò a cura dei Paesi ricchi e/o avanzati e serviranno ingenti risorse economiche (investimenti) da portare in quei Paesi d’Africa che ora, in buona parte sono distrutti, soprattutto nel loro capitale umano. Ma ora serve accogliere, inserire, insegnare, curare, dare loro speranza e vicinanza, anche lavoro e scuola perché le tante persone fuggite dalla guerra e dalla fame crescano in un Mondo più sereno. Dimentichiamoci, però, di pensare che li integreremo. Avremo Comunità e parte dei nostri territori abitati e vissuti da immigrati che manterranno universi di valori separati dai nostri. Come pure non è vero che in tali periferie attecchirà una malsana ideologia di persone cattive e/o con ideologie terroriste. Saranno Comunità diverse che vivranno insieme ed a contatto con le nostre Comunità. Se crediamo in noi stessi possiamo credere negli altri, aiutandoli se abbiamo coraggio. Andrà meglio poi, per tutti.

Manlio



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Messaggio  don.battista Ven 14 Ott - 19:42

federico.meneghello ha scritto:

Domani sarà meglio. Tutti noi pensiamo, speriamo e poi ci attrezziamo al fine di migliorare la nostra condizione personale e familiare. Perché non lo possono auspicare e realizzare quelle persone che quotidianamente si ritrovano ad avere un’esistenza invivibile nel continente africano ? L’avanzare delle desertificazioni di vaste aree a causa dei cambiamenti climatici, la carenza di risorse idriche che drasticamente ha diminuito i terreni dediti a coltivazioni, la mancanza di sicurezza personale dovuta alle numerose guerre anche tra stesse popolazioni, per motivi religiosi, gli attacchi continui da parte di guerriglie armate alle comunità e villaggi, siano di fede cristiana od altro non importa, banditi assetati di potere o decisi ad appropriarsi delle ricche fonti energetiche locali, la mancanza di governi o guide democratiche, lasciano spazio alle scorribande continue e tremende di svariati gruppi di guerriglieri, in vari Paesi dell’ Africa che eliminano tutti e tutto pur di arricchirsi. Magari in nome della Religione ma quale ? Diffuse guerre locali, che hanno provocato “espulsioni di massa”, migliaia di donne, e bambini soprattutto; gli uomini in maggior parte sono rimasti vittime o mutilati, ed hanno “dovuto” affrontare viaggi incredibili e lunghe traversate con barconi (e costosi pedaggi ad un mercato umano spietato) per trovare posto su malandati scafi che non sempre li conducono sani in porti stranieri. Primo obiettivo è rimanere in Vita. L’Europa, la meta, l’Italia una tappa. Per noi italiani, con tanti problemi e difficoltà a sbarcare il lunario, è andata peggio da quando sono iniziati questi flussi di immigrati ? A sentire tanti urlatori o dispensatori di allarmismi pare proprio di si. Certo, molte energie, mezzi e denari pubblici dedicati a molti degli immigrati accolti e distribuiti nelle nostre regioni sono stati dedicati alle molte persone sbarcate nelle nostre coste ed hanno creato preoccupazioni negli italiani. Percezione di paura e impoverimento, per risorse “distratte” ai cittadini. Tuttavia, in altre epoche i movimenti dei Popoli non erano eventi eccezionali; non lo sarà neppure nei prossimi anni. Durerà ancora almeno 10 anni e non si può fermare, né con i respingimenti forzati ai confini, non con i muri, neppure con i diffusi allarmismi. E’ una migrazione forzata di milioni di persone che cercano lavoro, fuggono dalle guerre, vogliono ritrovare una loro Vita e realizzarla e non accettano di rimanere nella Terra natia a patire fame/paure/violenze continue. Sono diversi, però, questi Popoli “in entrata”, hanno pelle, usanze, costumi, credo, abitudini, diverse dalle nostre. Non sarà possibile una “vera integrazione” con le Comunità ospitanti; difficile si realizzi ma si può e si potrà certamente vivere meglio, loro con noi, insieme: conoscendosi. Non saremo simili, e perché dovrebbero diventare come noi ? Terribile solo pensarlo. Intanto, già da un pezzo, li “utilizziamo” e bene. Svolgono lavori faticosi, umili, mal pagati e spesso non in regola. Noi, che non li vorremmo, siamo consapevoli che “tenendoli qui” sono una fonte enorme di manodopera a buon mercato: nei nostri campi , nei vivai, nelle fattorie e allevamenti di bestiame e non creano, per il momento, problemi sindacali. Ma a tanti immigrati che non lavorano, diamo soldi ogni giorno, cibo, da vestire, alloggio e troviamo loro qualche lavoretto, un po’ in regola o addirittura ricevono soldi senza fare alcuna fatica !!! Questo si sente dire, spesso, in piazza o nei pubblici esercizi, e comunemente dicono: “ … perché dobbiamo mantenerli, questi neri, magari ci sono dei terroristi … ?”. Potrebbe essere comprensibile tale lamento, generalizzato, verso i migranti, ma la realtà è che nei loro Paesi avevano perso il “diritto" di restare e non c’era alcuna certezza, anche per i ceti medi che lì avevano delle proprietà e dei denari, di progettare un loro Futuro in quei luoghi martoriati. Come possiamo opporci o estraniarci di fronte a tanti diritti fondamentali negati a centinaia di migliaia di cittadini diversi da noi ? Rifugiati, profughi, migranti, comunque persone, non dei punti ma esseri con un passato, una storia e tante vite giovani da valorizzare. Vi sono dubbi nelle nostre Comunità, evidenti e respirabili, in quanto un flusso continuo di popoli crea sensazioni e stati d’animo di incertezze su come e se potranno reggere i nostri territori, insediati (ma non assediati) da sempre più immigrati. Popoli che non sono abituati ai regolamenti, al lavoro costante e stressante del nostro Paese. Possono essere occasioni di rottura, in ambiti locali. Non è facile governare tali cambiamenti sociali e culturali. Soluzioni facili o di breve miglioramento sono illusori proclami. Come non bisogna credere che questo “fenomeno sociale delle migrazioni di massa” sia una temporanea emergenza, perché altri e molti ne arriveranno, non solo in Italia. Si dovrà imparare a gestire e organizzare, nel Continente Europa, una massa importante di migranti o rifugiati internazionali, aiutando nel frattempo ì Paesi in guerra ad una loro ripresa sociale – economica - culturale, con governi locali da “costruire” e “seguire”. Ciò a cura dei Paesi ricchi e/o avanzati e serviranno ingenti risorse economiche (investimenti) da portare in quei Paesi d’Africa che ora, in buona parte sono distrutti, soprattutto nel loro capitale umano. Ma ora serve accogliere, inserire, insegnare, curare, dare loro speranza e vicinanza, anche lavoro e scuola perché le tante persone fuggite dalla guerra e dalla fame crescano in un Mondo più sereno. Dimentichiamoci, però, di pensare che li integreremo. Avremo Comunità e parte dei nostri territori abitati e vissuti da immigrati che manterranno universi di valori separati dai nostri. Come pure non è vero che in tali periferie attecchirà una malsana ideologia di persone cattive e/o con ideologie terroriste. Saranno Comunità diverse che vivranno insieme ed a contatto con le nostre Comunità. Se crediamo in noi stessi possiamo credere negli altri, aiutandoli se abbiamo coraggio. Andrà meglio poi, per tutti.

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