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Messaggio  federico.meneghello Mar 18 Ott - 12:59


Editoriale ottobre 2016

Parto da una frase incisiva trovata in face book e adottata come farmaco di buona salute da una Donna sposata senza figli, abbandonata dal marito e poi provata da una seria malattia:
“Il passato non si può cambiare, dimenticare o cancellare; si deve solo accettare, superare e proseguire”
Per essere sani, bisogna guardare al passato accettandolo e superandolo.
Ci soccorre anche il Vangelo di Gesù quando viene riportato l’invito alla donna peccatrice “ va’ in pace e non peccare più”; ma non si tratta soltanto di essere perdonati e di evitare ogni recriminazione. Il rimedio è perdonarsi, usare misericordia a se stessi. Una persona non si perdona quando ha un concetto troppo alto di sé; non vorrebbe sbagliare mai e non ammette di sbagliare. E neppure bisogna chiudersi nel senso di colpa … E’ un dono che facciamo a noi stessi, anzi è un ‘superdono’, è il primo dono di cui abbiamo bisogno che nessuno ci può fare.
Trovato questo equilibrio, questa maturità con se stessi, di riflesso avremo un atteggiamento di maggior comprensione e di misericordia verso chi sbaglia.
Ma il perdono non è solo un su-perdono; ma è necessario come il pane. Ce lo ha detto Gesù insegnandoci a pregare. Per le necessità personali chiediamo al Padre il ‘pane quotidiano’, ma per le necessità del vivere insieme abbiamo bisogno di essere perdonati e di perdonare. Un gruppo di amici, una comunità, una parrocchia, una azienda, una società, un popolo come fanno a restare uniti se non accettano e non superano gli sbagli reciproci?
Grazie, Padre del superdono, di questo pane che ci tiene uniti e ci fa vivere assieme.

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Messaggio  don.battista Ven 21 Ott - 22:06

federico.meneghello ha scritto:
Editoriale  ottobre 2016

Parto da una frase incisiva trovata in face book e adottata come farmaco di buona salute da una Donna sposata senza figli, abbandonata dal marito e poi provata da una seria malattia:
“Il passato non si può cambiare, dimenticare o cancellare; si deve solo accettare, superare e proseguire”
 Per essere sani, bisogna guardare al passato accettandolo e superandolo.
Ci soccorre anche il Vangelo di Gesù quando viene riportato l’invito alla donna peccatrice “ va’ in pace e non peccare più”; ma non si tratta soltanto di essere perdonati e di evitare ogni recriminazione. Il rimedio è perdonarsi, usare misericordia con se stessi. Una persona non si perdona quando ha un concetto troppo alto di sé; non vorrebbe sbagliare mai e non ammette di sbagliare. E neppure bisogna chiudersi nel senso di colpa … E’ un dono che facciamo a noi stessi, anzi è un ‘superdono’, è il primo dono di cui abbiamo bisogno che nessuno ci può fare.
 Trovato questo equilibrio, questa maturità con se stessi, di riflesso  avremo un atteggiamento di maggior comprensione e di misericordia verso chi sbaglia.
 Ma il perdono non è solo un super-dono; ma è necessario come il pane. Ce lo ha detto Gesù insegnandoci a pregare. Per le necessità personali chiediamo al Padre il ‘pane quotidiano’, ma per le necessità del vivere comune abbiamo bisogno di essere perdonati e di perdonare. Un gruppo di amici, una comunità, una parrocchia, una azienda, una società, un popolo come fanno stare insieme se non accettano e non superano gli sbagli reciproci?
  Grazie, Padre del superdono, di questo pane che ci tiene uniti e ci fa vivere assieme.


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