Angela da Foligno
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Angela da Foligno
“Se vuoi cominciare a possedere questa luce di Dio, prega; se sei già impegnato nella salita della perfezione e vuoi che questa luce in te aumenti, prega; se sei giunto al vertice della perfezione e vuoi ancora luce per mantenerti in essa, prega; se vuoi la fede, prega; se vuoi l'obbedienza, la castità, l'umiltà, la mansuetudine, la fortezza, prega.” - Angela da Foligno
Questa frase è l’espressione della spiritualità di Angela da Foligno.
Nasce nel 1248 in piena età comunale nella cittadina umbra da una famiglia ricchissima. Secondo i canoni dell’epoca era di una bellezza sconvolgente, la sua indole era allegra, brillante, amava il divertimento…… Si sposa giovanissima con un uomo altrettanto ricco, svolge una vita superficiale, schiava dell’apparenza, si sottomette all’idolatria dell’attimo, nell’abbandonarsi ai piaceri materiali si illude di trovare una soddisfazione totale, e la sua esistenza si nutre gradualmente del non-senso. Ha figli, ma li trascura per i suoi numerosi amanti, sa di essere fallita come moglie, è consapevole del rispetto ipocrita delle sua cortigiane, e sempre di più percepisce il vuoto che i bei vestiti, i gioielli, le avventure galanti non riescono a colmare. Anzi, certa di essere scivolata nella spirale del vizio, approda alla disperazione….. In una serie di circostanze misteriose muoiono i figli, il marito…… Viene lasciata da quelli che potevano essere gli affetti autentici, dopo la vedovanza, viene snobbata dai falsi amici e si sente fallita come madre, come moglie, come donna
Percepisce di aver sprecato il tempo della sua giovinezza vissuta all’insegna dell’apparenza, della lussuria, nutrendosi dell’inautentico……. Si trova a una svolta e sente per la prima volte il forte desiderio di risalire. Il suo percorso è lento, tortuoso, ma deciso, con la fermezza di rinnegare il suo passato, si costruisce giorno per giorno un presente di luce. Dio entra in lei e lo accoglie come la sua salvezza, la sua vita viene improntata dalla penitenza, abbraccia l’ascesi, Francesco d’Assisi diviene il suo modello e anche Margherita da Cortona . Riscopre l’importanza della Eucarestia e si pone sotto il manto di Maria, la Vergine che le fa riscoprire il senso autentico della vita, votata per sempre alla preghiera per gli altri, per qualsiasi infelice. Non esiste la paura del castigo divino, ma prevale la concezione di un Dio misericordioso. Angela si profila come una donna contemplativa, coraggiosa, coltiva senza tregua il sapere teologico. Chiamando a sé mistici, teologi, disputando su Dio, quel Dio che aveva ignorato nella prima parte della sua esistenza. Fa scrivere un memoriale delle sue esperienza mistiche da un certo frate Arnaldo. E fu amica dello studioso francescano Ubertino da Casale, teologo della teorizzazione assoluta del dovere di povertà nei francescani. Anche Angela auspicava un maggior esempio di povertà nella gerarchia ecclesiastica. Lei, nata e vissuta per un lungo periodo da ricca, conosceva in prima persona le seduzioni della ricchezza, i suoi pericoli intrinseci.
"Il nostro Dio increato, Dio incarnato, bene sommo e perfetto,
è tutto amore e perciò ama con tutto se stesso
e vuole che lo si ami allo stesso modo;
per questo vorrebbe i suoi figli tutti trasformati in lui,
attraverso l'amore"
Nel suo Memoriale prevalgono i concetti di un amore incondizionato per il prossimo. La sua teologia è anche densa di poesia, in cui si manifesta il suo innamoramento per Dio. A 33 anni entra nel convento di Foligno come terziaria francescana. Una vita di digiuni, di di estasi, di visioni, e soprattutto una vita di dedizione completa ai lebbrosi di Foligno, gli emarginati dell’epoca. In ciascuno di loro vedeva Cristo che gli era stato donato dalla Santa Vergine. Muore a Foligno nel 1309. La beatificazione giunge solo nel 1693, viene canonizzata nel 2014 da Papa Francesco, sotto le numerose richieste e pressioni dei francescani.
Questa frase è l’espressione della spiritualità di Angela da Foligno.
Nasce nel 1248 in piena età comunale nella cittadina umbra da una famiglia ricchissima. Secondo i canoni dell’epoca era di una bellezza sconvolgente, la sua indole era allegra, brillante, amava il divertimento…… Si sposa giovanissima con un uomo altrettanto ricco, svolge una vita superficiale, schiava dell’apparenza, si sottomette all’idolatria dell’attimo, nell’abbandonarsi ai piaceri materiali si illude di trovare una soddisfazione totale, e la sua esistenza si nutre gradualmente del non-senso. Ha figli, ma li trascura per i suoi numerosi amanti, sa di essere fallita come moglie, è consapevole del rispetto ipocrita delle sua cortigiane, e sempre di più percepisce il vuoto che i bei vestiti, i gioielli, le avventure galanti non riescono a colmare. Anzi, certa di essere scivolata nella spirale del vizio, approda alla disperazione….. In una serie di circostanze misteriose muoiono i figli, il marito…… Viene lasciata da quelli che potevano essere gli affetti autentici, dopo la vedovanza, viene snobbata dai falsi amici e si sente fallita come madre, come moglie, come donna
Percepisce di aver sprecato il tempo della sua giovinezza vissuta all’insegna dell’apparenza, della lussuria, nutrendosi dell’inautentico……. Si trova a una svolta e sente per la prima volte il forte desiderio di risalire. Il suo percorso è lento, tortuoso, ma deciso, con la fermezza di rinnegare il suo passato, si costruisce giorno per giorno un presente di luce. Dio entra in lei e lo accoglie come la sua salvezza, la sua vita viene improntata dalla penitenza, abbraccia l’ascesi, Francesco d’Assisi diviene il suo modello e anche Margherita da Cortona . Riscopre l’importanza della Eucarestia e si pone sotto il manto di Maria, la Vergine che le fa riscoprire il senso autentico della vita, votata per sempre alla preghiera per gli altri, per qualsiasi infelice. Non esiste la paura del castigo divino, ma prevale la concezione di un Dio misericordioso. Angela si profila come una donna contemplativa, coraggiosa, coltiva senza tregua il sapere teologico. Chiamando a sé mistici, teologi, disputando su Dio, quel Dio che aveva ignorato nella prima parte della sua esistenza. Fa scrivere un memoriale delle sue esperienza mistiche da un certo frate Arnaldo. E fu amica dello studioso francescano Ubertino da Casale, teologo della teorizzazione assoluta del dovere di povertà nei francescani. Anche Angela auspicava un maggior esempio di povertà nella gerarchia ecclesiastica. Lei, nata e vissuta per un lungo periodo da ricca, conosceva in prima persona le seduzioni della ricchezza, i suoi pericoli intrinseci.
"Il nostro Dio increato, Dio incarnato, bene sommo e perfetto,
è tutto amore e perciò ama con tutto se stesso
e vuole che lo si ami allo stesso modo;
per questo vorrebbe i suoi figli tutti trasformati in lui,
attraverso l'amore"
Nel suo Memoriale prevalgono i concetti di un amore incondizionato per il prossimo. La sua teologia è anche densa di poesia, in cui si manifesta il suo innamoramento per Dio. A 33 anni entra nel convento di Foligno come terziaria francescana. Una vita di digiuni, di di estasi, di visioni, e soprattutto una vita di dedizione completa ai lebbrosi di Foligno, gli emarginati dell’epoca. In ciascuno di loro vedeva Cristo che gli era stato donato dalla Santa Vergine. Muore a Foligno nel 1309. La beatificazione giunge solo nel 1693, viene canonizzata nel 2014 da Papa Francesco, sotto le numerose richieste e pressioni dei francescani.
federico.meneghello- Admin
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Angela da Foligno
federico.meneghello ha scritto:“Se vuoi cominciare a possedere questa luce di Dio, prega; se sei già impegnato nella salita della perfezione e vuoi che questa luce in te aumenti, prega; se sei giunto al vertice della perfezione e vuoi ancora luce per mantenerti in essa, prega; se vuoi la fede, prega; se vuoi l'obbedienza, la castità, l'umiltà, la mansuetudine, la fortezza, prega.” - Angela da Foligno
Questa frase è l’espressione della spiritualità di Angela da Foligno.
Nasce nel 1248 in piena età comunale nella cittadina umbra da una famiglia ricchissima. Secondo i canoni dell’epoca era di una bellezza sconvolgente, la sua indole era allegra, brillante, amava il divertimento…… Si sposa giovanissima con un uomo altrettanto ricco, svolge una vita superficiale, schiava dell’apparenza, si sottomette all’idolatria dell’attimo, nell’abbandonarsi ai piaceri materiali si illude di trovare una soddisfazione totale, e la sua esistenza si nutre gradualmente del non-senso. Ha figli, ma li trascura per i suoi numerosi amanti, sa di essere fallita come moglie, è consapevole del rispetto ipocrita delle sue cortigiane, e sempre di più percepisce il vuoto che i bei vestiti, i gioielli, le avventure galanti non riescono a colmare. Anzi, certa di essere scivolata nella spirale del vizio, approda alla disperazione….. In una serie di circostanze misteriose muoiono i figli, il marito…… Viene lasciata da quelli che potevano essere gli affetti autentici, dopo la vedovanza, viene snobbata dai falsi amici e si sente fallita come madre, come moglie, come donna.
Percepisce di aver sprecato il tempo della sua giovinezza vissuta all’insegna dell’apparenza, della lussuria, nutrendosi dell’inautentico……. Si trova a una svolta e sente per la prima volta il forte desiderio di risalire. Il suo percorso è lento, tortuoso, ma deciso, con la fermezza di rinnegare il suo passato, si costruisce giorno per giorno un presente di luce. Dio entra in lei e lo accoglie come la sua salvezza, la sua vita viene improntata dalla penitenza, abbraccia l’ascesi, Francesco d’Assisi diviene il suo modello e anche Margherita da Cortona . Riscopre l’importanza della Eucarestia e si pone sotto il manto di Maria, la Vergine che le fa riscoprire il senso autentico della vita, votata per sempre alla preghiera per gli altri, per qualsiasi infelice. Non esiste la paura del castigo divino, ma prevale la concezione di un Dio misericordioso. Angela si profila come una donna contemplativa, coraggiosa, coltiva senza tregua il sapere teologico. Chiamando a sé mistici, teologi, disputando su Dio, quel Dio che aveva ignorato nella prima parte della sua esistenza. Fa scrivere un memoriale delle sue esperienze mistiche da un certo frate Arnaldo. E fu amica dello studioso francescano Ubertino da Casale, teologo della teorizzazione assoluta del dovere di povertà nei francescani. Anche Angela auspicava un maggior esempio di povertà nella gerarchia ecclesiastica. Lei, nata e vissuta per un lungo periodo da ricca, conosceva in prima persona le seduzioni della ricchezza, i suoi pericoli intrinseci.
"Il nostro Dio increato, Dio incarnato, bene sommo e perfetto,
è tutto amore e perciò ama con tutto se stesso
e vuole che lo si ami allo stesso modo;
per questo vorrebbe i suoi figli tutti trasformati in lui,
attraverso l'amore"
Nel suo Memoriale prevalgono i concetti di un amore incondizionato per il prossimo. La sua teologia è anche densa di poesia, in cui si manifesta il suo innamoramento per Dio. A 33 anni entra nel convento di Foligno come terziaria francescana. Una vita di digiuni, di estasi, di visioni, e soprattutto una vita di dedizione completa ai lebbrosi di Foligno, gli emarginati dell’epoca. In ciascuno di loro vedeva Cristo che gli era stato donato dalla Santa Vergine. Muore a Foligno nel 1309. La beatificazione giunge solo nel 1693, viene canonizzata nel 2014 da Papa Francesco, sotto le numerose richieste e pressioni dei francescani.
-------------------------------------------------------------------riveduto e corretto
don.battista- Messaggi : 572
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