Respice Stellam
Vuoi reagire a questo messaggio? Crea un account in pochi click o accedi per continuare.

I fiori dei Santi: la rosa e il giglio

Andare in basso

I fiori dei Santi: la rosa e il giglio Empty I fiori dei Santi: la rosa e il giglio

Messaggio  Ospite Dom 19 Giu - 23:34

I fiori dei Santi: la rosa e il giglio

Nella tradizione iconografica cattolica i santi sono riconoscibili perché caratterizzati da oggetti, segni o atteggiamenti che vengono chiamati “attributi”. Nelle opere d’arte e nelle immagini popolari questi attributi sono ispirati ad episodi della vita, al martirio o ad altre caratteristiche di ciascun santo. Così, ad esempio, San Martino di Tours spesso è rappresentato a cavallo mentre divide il mantello con un povero, San Lorenzo con la palma e la graticola con cui è stato martirizzato, San Francesco con il saio del frate minore e le stimmate, San Pietro con le chiavi del Paradiso, Santa Maria Maddalena con un vaso di unguento…
Fin dall’antichità la palma contraddistingue i martiri. Il ramo di palma infatti è segno di vittoria, di rinascita e di immortalità e quindi di risurrezione e rimanda al salmo che dice “il giusto fiorirà come palma”.
Tra gli innumerevoli attributi dei santi ci sono anche i fiori e in particolare la rosa e il giglio. I fiori accostati ai santi vogliono evocare prima di tutto la bellezza del Paradiso e poi simboleggiare le loro virtù.
I più ricorrenti sono la rosa e il giglio. Spesso questi fiori sono associati ad altri oggetti che contribuiscono a identificare con precisione un determinato santo.

La ROSA da sempre è considerata la regina dei fiori ed è circondata dall’aura di fiore dell’amore e della carità. La cultura cristiana l’ha sempre associata alla Madonna fino a diventare il fiore mariano per eccellenza. Uno dei titoli di Maria è proprio “rosa mistica”. La rosa, con la sua soave fragranza, è simbolo di segretezza, di gentilezza e di somma bellezza. Rappresenta la perfezione e il raggiungimento dell’Assoluto. La sublime armonia della sua forma, la sua struttura concentrica, richiama il “centro mistico”, il cuore, l’anima, il mistero. In onore di Maria si recita il Rosario, un’ideale corona di fiori.
Nella simbologia cristiana le rose rosse richiamano le piaghe di Cristo e il sangue della sua passione. Le rose bianche invece sono dedicate alla Vergine Maria in quanto Mater purissima. Le rose bianche sono dette anche “rose della Maddalena” perché secondo un’antica tradizione Maria Maddalena, penitente, con le sue lacrime avrebbe fatto scolorire le rose rosse facendole diventare bianche. Le rose compaiono nell’iconografia di molte sante fra le quali santa Dorotea, santa Rosa da Lima, santa Rosa da Viterbo e santa Elisabetta d’Ungheria. Il 22 maggio, festa di santa Rita da Cascia, è usanza benedire le rose e donarle alle persone care. Ma la santa delle rose per antonomasia è la piccola santa Teresa di Lisieux la quale in vita promise che dopo la sua morte avrebbe fatto piovere dal Cielo una straordinaria abbondanza di grazie come una pioggia di rose.

Il GIGLIO invece è simbolo di purezza e castità e rimanda al profumo della santità. Il giglio è accostato all’immagine di numerosi santi, tra i quali: san Giuseppe, sposo di Maria, san Domenico di Guzman, san Luigi Gonzaga, san Filippo Neri, san Nicola da Tolentino, san Gaetano Thiene, santa Caterina da Siena e santa Maria Goretti.
Nel Vangelo di Matteo il giglio è esaltato per il suo aspetto e per la sua bellezza e soprattutto per la sua perfezione che può essere paragonata all’attenzione che Dio riversa sull’uomo: “E perché vi affannate per il vestito? Osservate come crescono i gigli del campo: non lavorano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro” (Mt 6, 28-29).
Il giglio quindi è il fiore della nobiltà, del candore, della verginità, dell’innocenza e della divina purezza, che a pieno titolo può essere accostato anche a Gesù Bambino e al Crocifisso. E non può mancare neppure tra gli attributi iconografici di Maria. In particolare nella rappresentazione dell’Annunciazione, l’arcangelo Gabriele è sempre raffigurato nell’atto di offrire a Maria in candido giglio, simbolo della purezza senza macchia. Il giglio è sempre presente nelle raffigurazioni mariane per riaffermare la verginità di Maria in tutte le fasi della sua vita. E così nelle scene dell’Assunzione, dal sepolcro della Vergine Maria scaturiscono gigli e rose.
Il giglio bianco, che fiorisce nel mese di giugno, è anche uno degli attributi che caratterizzano maggiormente la figura di sant’Antonio di Padova, il santo più conosciuto e venerato nel mondo. La sua iconografia è inconfondibile. Il “dottore evangelico” è sempre rappresentato con il libro, simbolo di sapienza, e con il Bambino Gesù in braccio, ma il giglio bianco non manca mai. Per la sua festa, il 13 giugno, non c’è altare, non c’è “capitello” che non sia circondato dal profumo inebriante di un giglio, il profumo della santità.

M.P.

Ospite
Ospite


Torna in alto Andare in basso

I fiori dei Santi: la rosa e il giglio Empty i fiori dei santi

Messaggio  don.battista Dom 26 Giu - 18:00

[quote="Maurizio.Pengo"]I fiori dei Santi: la rosa e il giglio

Nella tradizione iconografica cattolica i santi sono riconoscibili perché caratterizzati da oggetti, segni o atteggiamenti che vengono chiamati “attributi”. Nelle opere d’arte e nelle immagini popolari questi attributi sono ispirati ad episodi della vita, al martirio o ad altre caratteristiche di ciascun santo. Così, ad esempio, San Martino di Tours spesso è rappresentato a cavallo mentre divide il mantello con un povero, San Lorenzo con la palma e la graticola con cui è stato martirizzato, San Francesco con il saio del frate minore e le stimmate, San Pietro con le chiavi del Paradiso, Santa Maria Maddalena con un vaso di unguento…
Fin dall’antichità la palma contraddistingue i martiri. Il ramo di palma infatti è segno di vittoria, di rinascita e di immortalità e quindi di risurrezione e rimanda al salmo che dice “il giusto fiorirà come palma”.
Tra gli innumerevoli attributi dei santi ci sono anche i fiori e in particolare la rosa e il giglio. I fiori accostati ai santi vogliono evocare prima di tutto la bellezza del Paradiso e poi simboleggiare le loro virtù.
I più ricorrenti sono la rosa e il giglio. Spesso questi fiori sono associati ad altri oggetti che contribuiscono a identificare con precisione un determinato santo.

La ROSA da sempre è considerata la regina dei fiori ed è circondata dall’aura di fiore dell’amore e della carità. La cultura cristiana l’ha sempre associata alla Madonna fino a diventare il fiore mariano per eccellenza. Uno dei titoli di Maria è proprio “rosa mistica”. La rosa, con la sua soave fragranza, è simbolo di segretezza, di gentilezza e di somma bellezza. Rappresenta la perfezione e il raggiungimento dell’Assoluto. La sublime armonia della sua forma, la sua struttura concentrica, richiama il “centro mistico”, il cuore, l’anima, il mistero. In onore di Maria si recita il Rosario, un’ideale corona di fiori.
Nella simbologia cristiana le rose rosse richiamano le piaghe di Cristo e il sangue della sua passione. Le rose bianche invece sono dedicate alla Vergine Maria in quanto Mater purissima. Le rose bianche sono dette anche “rose della Maddalena” perché secondo un’antica tradizione Maria Maddalena, penitente, con le sue lacrime avrebbe fatto scolorire le rose rosse facendole diventare bianche. Le rose compaiono nell’iconografia di molte sante fra le quali santa Dorotea, santa Rosa da Lima, santa Rosa da Viterbo e santa Elisabetta d’Ungheria. Il 22 maggio, festa di santa Rita da Cascia, è usanza benedire le rose e donarle alle persone care. Ma la santa delle rose per antonomasia è la piccola santa Teresa di Lisieux la quale in vita promise che dopo la sua morte avrebbe fatto piovere dal Cielo una straordinaria abbondanza di grazie come una pioggia di rose.

Il GIGLIO invece è simbolo di purezza e castità e rimanda al profumo della santità. Il giglio è accostato all’immagine di numerosi santi, tra i quali: san Giuseppe, sposo di Maria, san Domenico di Guzman, san Luigi Gonzaga, san Filippo Neri, san Nicola da Tolentino, san Gaetano Thiene, santa Caterina da Siena e santa Maria Goretti.
Nel Vangelo di Matteo il giglio è esaltato per il suo aspetto e per la sua bellezza e soprattutto per la sua perfezione che può essere paragonata all’attenzione che Dio riversa sull’uomo: “E perché vi affannate per il vestito? Osservate come crescono i gigli del campo: non lavorano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro” (Mt 6, 28-29).
Il giglio quindi è il fiore della nobiltà, del candore, della verginità, dell’innocenza e della divina purezza, che a pieno titolo può essere accostato anche a Gesù Bambino e al Crocifisso. E non può mancare neppure tra gli attributi iconografici di Maria. In particolare nella rappresentazione dell’Annunciazione, l’arcangelo Gabriele è sempre raffigurato nell’atto di offrire a Maria in candido giglio, simbolo della purezza senza macchia. Il giglio è sempre presente nelle raffigurazioni mariane per riaffermare la verginità di Maria in tutte le fasi della sua vita. E così nelle scene dell’Assunzione, dal sepolcro della Vergine Maria scaturiscono gigli e rose.
Il giglio bianco, che fiorisce nel mese di giugno, è anche uno degli attributi che caratterizzano maggiormente la figura di sant’Antonio di Padova, il santo più conosciuto e venerato nel mondo. La sua iconografia è inconfondibile. Il “dottore evangelico” è sempre rappresentato con il libro, simbolo di sapienza, e con il Bambino Gesù in braccio, ma il giglio bianco non manca mai. Per la sua festa, il 13 giugno, non c’è altare, non c’è “capitello” che non sia circondato dal profumo inebriante di un giglio, il profumo della santità.

M.P.
nessuna correzione tutto ok]

don.battista

Messaggi : 572
Data d'iscrizione : 08.02.12
Età : 84
Località : Madonna delle grazie - Piove di sacco PD

Torna in alto Andare in basso

Torna in alto

- Argomenti simili

 
Permessi in questa sezione del forum:
Non puoi rispondere agli argomenti in questo forum.