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“Lo vuole un gratta&vinci?”.

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Messaggio  federico.meneghello Mar 14 Mag - 19:54

Credo che tutti ci saremo sentiti rivolgere questa domanda dal gentile cassiere dell’autogrill dove ci siamo fermati a prendere un caffè. Oppure, altrettanto sarà successo, entrando in una tabaccheria, di vedere esposto in bella mostra - quasi fosse un trofeo -un cartello con scritto “Qui è stata realizzata la vincita di tot euro”.
O, ancora, avremo ascoltato prima di un evento sportivo alla televisione l’indicazione delle percentuali secondo le quali viene pagata la scommessa che vinca caio o segni un gol tizio.
Sono esempi di quanto sia diffuso e pervasivo ai nostri giorni il messaggio dell’opportunità di tentare di migliorare la nostra vita - almeno sotto il profilo economico - affidandosi alla buona sorte.
Dietro a questa aspettativa c’è un’”industria” e, con essa, un giro vertiginoso di numeri e di soldi.
Sono almeno 17 milioni - quasi la metà della popolazione tra i 15 e i 64 anni - gli italiani che hanno “scommesso” almeno una volta. Questi 17 milioni di persone nel 2018 hanno speso in giochi vari - lotto, casinò on line, slot machine, scommesse sportive - la bellezza di 107,3 miliardi di euro. Giusto per un raffronto, si pensi che l’ultima manovra di bilancio dello stato italiano impegna risorse per un importo tra i 25 e i 30 miliardi di euro e lo stanziamento annuale per quota 100 e reddito di cittadinanza è pari a 13,2 miliardi di euro.
Quelli riportati sono dati ufficiali ai quali sfuggono le importanti risorse finanziarie che vengono impiegate nel mercato illegale delle scommesse, ambito che ben si presta ad intrecci con attività illecite quali il riciclaggio di denaro o i prestiti ad usura.
Il fenomeno ha raggiunto una rilevanza tale da costituire oramai per lo stato una fonte di introiti importante. Infatti, per ogni euro giocato in lotterie, alle macchinette, in gratta&vinci o in scommesse, mediamente 50 centesimi finiscono allo stato.
Stato che con una mano prende e con l’altra deve stanziare e spendere cifre considerevoli da destinare alla cura delle persone affette da ludopatia.
Si stima infatti che siano almeno 400.000 in Italia le persone affette da ludopatia. Succede che una persona si affidi alla buona sorte per costruirsi un futuro migliore. Invece, anzichè costruirsi un futuro migliore finisce con il rovinarsi pure il presente perchè diviene vittima di una dinamica perversa che lo porta a dilapidare ingenti risorse economiche: il gioco diventa un infernale vizioso girone.
Dietro a tutto questo risiede una scala di valori di riferimento nella quale la ricerca di avere tutto e subito senza mettere in campo alcun impegno scalza il riconoscimento che il raggiungimento di qualsiasi obiettivo in qualsiasi campo richiede il sacrificio e la fatica che vanno dispiegati giorno dopo giorno.
Va detto che lo Stato e gli enti locali nel corso del tempo hanno introdotto normative che hanno lo scopo di contenere il ricorso al gioco e di proteggere le fasce di popolazione tendenzialmente più fragili. Così, ad esempio, non possono essere collocate slot machines in locali che siano in prossimità di scuole o case di riposo.
Nondimeno la pubblicità di queste attività continua ad essere ben presente ed in svariate forme
Quali possono essere le ragioni che hanno portato le persone a ricorrere in modo così importante al “gioco”? Si tratta certamente di un insieme di fattori che vanno dalla fragilità personale alla crisi economica, dall’ingordigia del tutto e subito al desiderio di emulazione.
Va rilevato come - di fondo - ci sia il riferimento ad un sistema di valori che mette la ricchezza economica al primo posto e la ricerca della stessa attraverso il ricorso a scorciatoie che non riconoscono l’importanza del lavoro, dell’assunzione di responsabilità, dell’impegno quotidiano.
L’uscita da questa situazione necessita di un forte rilancio della sfida educativa che deve vedere in gioco tutti. La velocità incorporata nella modernità rischia di svilire l’autenticità delle relazioni umane. Ciò si attua - ad esempio - nel momento in cui l’utilizzo ossessivo di social e di nuove tecnologie diventa il surrogato del contatto tra persone.
Il rilancio di una sana sfida educativa basata sull’ascolto, sul dialogo, sul confronto è fondamentale per il ri-orientamento valoriale della persona, a sua volta necessario per rimettere ordine nella scelte di vita e recuperare rispetto a devianze quali il gioco compulsivo o evitare di cadere nelle stesse.
Le autentiche gioie della vita hanno un valore incomparabile rispetto a qualsiasi vincita al gratta&vinci.
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