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Maria nel testo apocrifo di Giuseppe di Arimatea.

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Messaggio  Ospite Gio 7 Apr - 17:24

Maria nel testo apocrifo di Giuseppe di Arimatea.

Sulla morte e assunzione di Maria esiste una copiosissima letteratura apocrifa, costituita da una ventina e più di opere, in numerose lingue (greco, latino, siriaco, arabo, dialetti copti, etiopico, gaelico e slavo), che ne danno un racconto non sempre omogeneo, pur nella costanza di alcuni punti: la morte naturale, la presenza di tutti gli apostoli al capezzale. Ho scelto tra i tanti, il testo di Giuseppe d’Arimatea, secondo la tradizione parente di Maria, e definito vangelo dello pseudo- Giuseppe Arimatea, ricostruito su manoscritti latini della Biblioteca Vaticana e della Biblioteca Ambrosiana. Tale vangelo apocrifo viene datato circa nel sesto secolo dopo Cristo. Secondo il testo Maria chiede a Gesù, prima della passione, di essere avvisata, almeno tre giorni prima, riguardo il suo trapasso, perché la sua anima venisse accolta in cielo tra gli angeli. Gesù risponde affermativamente, considerandola degnissima di essere elevata con onore in una dimensione celeste, eleggendola Regina degli Angeli e dei Santi. Il Figlio, anticipando l’evento della sua morte, resurrezione e ascensione, promette alla madre che, in un tempo successivo, avrebbe sperimentato una morte dolcissima, degna della Madre di Dio. Dopo l’ascensione del Figlio si dedica completamente alla preghiera. Quando sente che il trapasso è vicino, chiama a sé tre vergini, si veste come una regina e attende gli apostoli che si trovano lontani da Gerusalemme, in quanto impegnati a evangelizzare le genti. Ma prodigiosamente tutti gli apostoli e altri discepoli, ovunque si trovassero, trascinati da una nube, sono trasportati nella casa di Maria a Gerusalemme. Subito discende lo Spirito Santo con una nube e anche Gesù appare con una schiera di angeli, avvolto da una luce incandescente. Nello stesso momento Satana entra dentro gli animi degli abitanti di Gerusalemme, inoltre il “Nemico “con una vasta schiera di demoni istiga gli abitanti a sottrarre il corpo di Maria, per farlo scomparire, ma istantaneamente tali persone iniziano a litigare, si colpiscono a vicenda e con le loro stesse armi si annientano. Intanto gli apostoli, stupefatti per tanta luce, trasportano il corpo dal monte Sion alla valle di Josafat. Viene evidenziata l’incredulità di Tommaso, il quale racconta la sua esperienza in India, dove aveva espresso il messaggio cristiano ai figli di Brama. Alla fine anche lo scettico Tommaso vede il corpo di Maria ascendere in cielo e tutti gli apostoli si abbandonano all’estasi. Dopo l’Assunzione, la stessa nube riporta gli apostoli nel medesimo luogo donde provenivano. Giuseppe, lo zio di Maria conclude il racconto presentandosi come colui che aveva deposto Gesù nel Santo Sepolcro, che l’aveva amorevolmente vigilata sin da quando era bambina nel Tempio, scorgendo nell’Assunzione la dovuta conclusione di Colei che, Vergine, aveva concepito Dio da Dio. Si è già accennato allo stile ingenuo, immaginoso, fantasmagorico degli apocrifi, che sono un approdo prezioso alla fede e alla elaborazione di assiomi teologici; in questo caso si deduce che la credenza nell’Assunzione della Madonna sia stata oggetto di fede sin dai primi secoli del cristianesimo. Il dogma relativo, espresso da Pio XII, risale al 1950, facendo comprendere che non esprimeva una novità e ancora meno l’arbitrio di un Pontefice.

Sante Rodella

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Messaggio  don.battista Gio 7 Apr - 22:57

manlio.zecchin ha scritto:Maria nel testo apocrifo di Giuseppe di Arimatea.

Sulla morte e assunzione di Maria esiste una copiosissima letteratura apocrifa, costituita da una ventina e più di opere, in numerose lingue (greco, latino, siriaco, arabo, dialetti copti, etiopico, gaelico e slavo), che ne danno un racconto non sempre omogeneo, pur nella costanza di alcuni punti: la morte naturale, la presenza di tutti gli apostoli al capezzale. Ho scelto tra i tanti, il testo di Giuseppe d’Arimatea, secondo la tradizione parente di Maria, e definito vangelo  dello pseudo- Giuseppe Arimatea, ricostruito su manoscritti latini della Biblioteca Vaticana e della Biblioteca Ambrosiana. Tale vangelo apocrifo viene datato circa nel sesto secolo dopo Cristo. Secondo il testo  Maria chiede a Gesù, prima della  passione,  di essere avvisata, almeno tre giorni prima, riguardo il suo trapasso, perché la sua anima venisse accolta in cielo tra gli angeli. Gesù risponde affermativamente, considerandola degnissima di essere elevata con onore in una dimensione celeste, eleggendola Regina degli Angeli e dei Santi. Il Figlio, anticipando l’evento della sua morte, resurrezione e ascensione, promette alla madre che, in un tempo successivo, avrebbe sperimentato una morte dolcissima, degna della Madre di Dio. Dopo l’ascensione del Figlio si dedica completamente alla preghiera. Quando sente che il trapasso è vicino, chiama a sé tre vergini, si veste come una regina e attende gli apostoli che si trovano lontani da Gerusalemme, in quanto impegnati a evangelizzare le genti.  Ma prodigiosamente tutti  gli apostoli e altri discepoli, ovunque si trovassero, trascinati da una nube, sono trasportati nella casa di Maria a Gerusalemme. Subito discende lo Spirito Santo con una nube e anche  Gesù appare con una schiera di angeli, avvolto da una luce incandescente. Nello stesso momento Satana entra dentro gli animi degli abitanti di Gerusalemme, inoltre il “Nemico “con una vasta schiera di demoni istiga  gli abitanti a sottrarre il corpo di Maria, per farlo scomparire, ma istantaneamente tali persone iniziano a litigare, si colpiscono a vicenda e con le loro stesse armi si annientano. Intanto gli apostoli, stupefatti per tanta luce, trasportano il corpo dal monte Sion alla valle di Josafat. Viene evidenziata l’incredulità di Tommaso, il quale racconta la sua esperienza in India, dove aveva  espresso il messaggio cristiano ai figli di Brama. Alla fine anche lo scettico Tommaso vede il corpo di Maria ascendere in cielo e tutti gli apostoli si abbandonano all’estasi. Dopo l’Assunzione, la stessa nube riporta gli apostoli nel medesimo luogo donde provenivano. Giuseppe, lo zio di Maria conclude il racconto presentandosi come colui che aveva deposto Gesù nel Santo Sepolcro, che l’aveva amorevolmente vigilata sin da quando era bambina nel Tempio, scorgendo nell’Assunzione la dovuta conclusione di Colei che, Vergine, aveva concepito Dio da Dio.  Si è già accennato allo stile ingenuo, immaginoso, fantasmagorico degli apocrifi, che sono un approdo prezioso alla fede e alla elaborazione di assiomi teologici; in questo caso  si deduce che la credenza nell’Assunzione della  Madonna sia stata  oggetto di fede sin dai primi secoli del cristianesimo. Il dogma relativo, espresso da Pio XII, risale al 1950, facendo comprendere  che non esprimeva una novità e ancora meno l’arbitrio di un Pontefice.

Sante Rodella


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