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Maurice Zundel

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Messaggio  federico.meneghello Ven 19 Ott - 6:49


Quest’estate, nella piccola ma bellissima libreria di una Comunità dove ho trascorso qualche giorno, ho scoperto, curiosando tra i libri, con un po’ d’intuito femminile, alcuni testi di Maurice Zundel, uno dei più importanti scrittori di spiritualità del XX secolo.
Maurice Zundel (1897-1975) è un prete svizzero che per la sua troppa originalità, novità e profondità del suo pensiero fu tenuto ai margini per molto tempo; solo nel 1972 papa Paolo VI, il suo grande amico -- tra l’altro recentemente canonizzato -- lo invitò a predicare gli esercizi spirituali in Vaticano, dicendo di lui: “ È un genio, genio di poeta, genio mistico, scrittore e teologo, il tutto fuso insieme con una miriade di folgorazioni”.
È a 14 anni che Maurice Zundel vive una profonda e decisiva esperienza spirituale mariana che segna tutta la sua esistenza. Nella chiesa di Neuchâtel, cittadina dove è nato, davanti alla statua dell’Immacolata di Lourdes, sente nel suo intimo la presenza della Vergine Maria; così descriverà questo mistico incontro: “ Ho ricevuto da parte della Santa Vergine una specie di appello urgente, istantaneo, sconvolgente e irresistibile, che ha cambiato tutta la mia vita. Non si trattava di una visione, non c’era nulla di visibile, ma soltanto una realtà interiore che annullava ogni resistenza. Da quel momento la mia vita l’ho messa nelle mani della Santa Vergine […]. Ho conservato nei confronti dell’Immacolata Concezione una specie di tenerezza, con la certezza assoluta che la mia vita fosse cominciata con questo mistero”.
Durante tutta la sua vita, Zundel ha messo il suo impegno nel denunciare il malinteso che fa dell’uomo una caricatura nell’individualismo di un consumatore avido di prodotti per effetto della pubblicità; “la sua ricerca è quella della profondità delle cose, degli esseri, per farvi germinare l’interiorità” (cfr. Associazione degli Amici di Maurice Zundel). Egli dice nella sua opera L’uomo, il grande malinteso: « L’uomo è nato senza averlo voluto. Non ha scelto il suo ambiente, non ha scelto i suoi genitori, non ha scelto la sua eredità, non ha scelto il suo sesso, non ha scelto la sua epoca. È dunque “pre-fabbricato” dalla testa ai piedi: non c’è niente che venga da lui. E tuttavia all’improvviso nasce la coscienza della sua inviolabilità: un luogo in cui nessuno può penetrare senza il suo consenso». E ancora: “il Cristianesimo non si è diffuso come una dottrina, ma come un’amicizia divina. L’uomo è la speranza di Dio”; “il Regno di Dio è l’uomo; l’uomo aperto, trasparente, generoso; l’uomo che lascia passare attraverso di lui tutta questa vita di Dio, di cui senza saperlo porta la Presenza” e “ se non si crede nell’uomo, è impossibile credere in Dio”. “È molto difficile fare scoprire alla gente Dio, all’interno della loro vita. È questo che Gesù ha fatto. E, se siamo o vogliamo essere cristiani – noi così lontani dall’esserlo effettivamente – è proprio perché in Gesù c’è una piena umanità. C’è la passione per l’uomo fino alla morte di croce”.
Leggendo la biografia di padre Zundel ho notato un particolare significativo della sua intensa attività pastorale riguardo il suo modo di fare catechismo; infatti, alla modalità ordinaria, preferisce portare i bambini al Signore attraverso la meraviglia per le grandi opere d’arte o attraverso la luce delle recenti scoperte scientifiche: vede negli uomini la bellezza e la grandezza dell’Umanità, l’umano spirituale insito in ogni creatura, opera di Dio.
Così ognuno di noi, nel suo intimo, può chiedersi: con la mia povertà e la mia ricchezza di persona, di creatura, con tutta la mia Umanità, quale speranza posso essere per il Signore? È assumere la responsabilità della propria esistenza, dei propri doni, dinanzi a Dio, nella sua Misericordia e nel suo Amore, per farne condivisione e servizio ai fratelli.
Maurice Zundel, in occasione dei suoi cinquant’anni di sacerdozio, ha ribadito come tutta la sua spiritualità e mistica fosse segnata dalla presenza di Maria, niente ha fatto senza di lei.
È vissuto santamente dedicandosi alla predicazione e alla carità verso i fratelli e ha aperto orizzonti nuovi e inediti all’esperienza religiosa per l’umanità del terzo millennio.

Ottobre 2018 Susanna Zancanaro
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Messaggio  don.battista Mar 13 Nov - 15:31

federico.meneghello ha scritto:
Quest’estate, nella piccola ma bellissima libreria di una Comunità dove ho trascorso qualche giorno, ho scoperto, curiosando tra i libri, con un po’ d’intuito femminile, alcuni testi di Maurice Zundel,  uno dei più importanti scrittori di spiritualità del XX secolo.
Maurice Zundel  (1897-1975) è un prete svizzero che per la sua troppa originalità, novità e profondità del suo pensiero fu tenuto ai margini per molto tempo; solo nel 1972 papa Paolo VI, il suo grande amico -- tra l’altro recentemente canonizzato --  lo invitò a predicare gli esercizi spirituali in Vaticano, dicendo di lui: “ È un genio, genio di poeta, genio mistico, scrittore e teologo, il tutto fuso insieme con una miriade di folgorazioni”.
È a 14 anni che Maurice Zundel  vive una profonda e decisiva esperienza spirituale mariana che segna tutta la sua esistenza. Nella chiesa di Neuchâtel, cittadina dove è nato, davanti alla statua dell’Immacolata di Lourdes, sente nel suo intimo la presenza della Vergine Maria; così descriverà questo mistico incontro: “ Ho ricevuto da parte della Santa Vergine una specie di appello urgente, istantaneo, sconvolgente e irresistibile, che ha cambiato tutta la mia vita. Non si trattava di una visione, non c’era nulla di visibile, ma soltanto una realtà interiore che annullava ogni resistenza. Da quel momento la mia vita l’ho messa nelle mani della Santa Vergine […]. Ho conservato nei confronti dell’Immacolata Concezione una specie di tenerezza, con la certezza assoluta che la mia vita fosse cominciata con questo mistero”.
Durante tutta la sua vita, Zundel ha messo il suo impegno nel denunciare il malinteso che fa dell’uomo una caricatura nell’individualismo di un consumatore avido di prodotti per effetto della pubblicità;  “la sua ricerca è quella della profondità delle cose, degli esseri, per farvi germinare l’interiorità” (cfr. Associazione degli Amici di Maurice Zundel). Egli dice nella sua opera L’uomo, il grande malinteso: « L’uomo è nato senza averlo voluto. Non ha scelto il suo ambiente, non ha scelto i suoi genitori, non ha scelto la sua eredità, non ha scelto il suo sesso, non ha scelto la sua epoca. È dunque “pre-fabbricato” dalla testa ai piedi: non c’è niente che venga da lui. E tuttavia all’improvviso nasce la coscienza della sua inviolabilità: un luogo in cui nessuno può penetrare senza il suo consenso». E ancora: “il Cristianesimo non si è diffuso come una dottrina, ma come un’amicizia divina. L’uomo è la speranza di Dio”; “il Regno di Dio è l’uomo; l’uomo aperto, trasparente, generoso; l’uomo che lascia passare attraverso di lui tutta questa vita di Dio, di cui senza saperlo porta la Presenza” e “ se non si crede nell’uomo, è impossibile credere in Dio”. “È molto difficile fare scoprire  alla gente Dio, all’interno della loro vita. È questo che Gesù ha fatto. E, se siamo o vogliamo essere cristiani – noi così lontani dall’esserlo effettivamente – è proprio perché in Gesù c’è una piena umanità. C’è la passione per l’uomo fino alla morte di croce”.
Leggendo la biografia di padre Zundel ho notato un particolare significativo della sua intensa attività pastorale riguardo il suo modo di fare catechismo; infatti, alla modalità ordinaria, preferisce portare i bambini al Signore attraverso la meraviglia per le grandi opere d’arte o attraverso la luce delle recenti scoperte scientifiche: vede negli uomini la bellezza e la grandezza  dell’Umanità, l’umano spirituale insito in ogni creatura, opera di Dio.  
Così ognuno di noi, nel suo intimo, può chiedersi: con la mia povertà e la mia ricchezza di persona, di creatura, con tutta la mia Umanità, quale speranza posso essere per il Signore? È assumere la responsabilità della propria esistenza, dei propri doni, dinanzi a Dio, nella sua Misericordia e nel suo Amore, per farne condivisione e servizio ai fratelli.
Maurice Zundel, in occasione dei suoi cinquant’anni di sacerdozio, ha ribadito come tutta la sua spiritualità e mistica fosse segnata dalla presenza di Maria, niente ha fatto senza di lei.
È vissuto santamente dedicandosi alla predicazione e alla carità verso i fratelli e ha aperto orizzonti nuovi e inediti all’esperienza religiosa per l’umanità del terzo millennio.
Susanna Zancanaro
---------------------------------------------grazie, perché bello e nuovo . ok per la stampa d.Batt

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