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Riflessioni dalla parola di vita di Ottobre 2015

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Messaggio  federico.meneghello Mer 7 Ott - 7:20

«Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avete amore gli uni per gli altri» (Gv 13, 35).
Nel mese di agosto abbiamo cercato di camminare nella carità con il segno distintivo di Dio e cioè l’Amore, a settembre ci siamo concessi del tempo in più per stare con Dio, per imparare ad amare, Dio e i fratelli.
In questo mese di ottobre ci viene chiesto di far vedere la caratteristica tipica del cristiano, il segno, ma come fare ?
Il cristiano non abita in case particolari, non adotta uno speciale modo di vivere, non usa un linguaggio strano, è semplicemente una persona normale, ma con un segreto che gli consente di incidere profondamente nella società.
Questo segreto è frutto dell’esperienza di Gesù nel rapporto con il Padre: «tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi» (Gv 15, 15), e Lui l’ha consegnato ai suoi discepoli poco prima di morire. Era il suo testamento: la vita del cielo che ha portato sulla terra, condivisa con noi perché diventi la nostra stessa vita. Vuole che i suoi discepoli vengano riconosciuti come tali dall’amore reciproco.

«Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avete amore gli uni per gli altri»

I discepoli di Gesù erano riconosciuti per il loro reciproco amore ?
«La storia della Chiesa è una storia di santità» ha scritto Giovanni Paolo II. Anche se per secoli in nome di Gesù i cristiani si sono combattuti in guerre interminabili e continuano ad essere divisi. Anche se ci sono persone che ancora associano i cristiani con le Crociate, con i tribunali dell’Inquisizione oppure li vedono difensori ad oltranza di una morale antiquata e che si appongono al progresso della scienza.
Sì, i primi cristiani erano ammirati per la comunione dei beni che vivevano, dall’unità che regnava fra loro, dalla «letizia e semplicità di cuore» che li caratterizzava (cf. At 2,46). Leggiamo sempre negli Atti degli Apostoli: «Il popolo li esaltava» con la conseguenza che ogni giorno «andava aumentando il numero degli uomini e delle donne che credevano nel Signore» (At 5,13-14).
La testimonianza di vita della comunità è la forza attrattiva
Chiediamoci perché oggi non siamo conosciuti come coloro che si contraddistinguono per l’amore.
Ma noi oggi, che ne abbiamo fatto del comandamento di Gesù: «Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avete amore gli uni per gli altri» ?

Siamo consapevoli che la testimonianza di vita è l’annuncio cristiano che come discepoli di Gesù dobbiamo donare ? Le nostre comunità sono luoghi in cui si vivono rapporti di autentica fraternità, aiuto e servizio vicendevole ?
Ecco che questa parola di vita ci viene in aiuto per rimettere a fuoco la dimensione fondamentale di ogni annuncio cristiano.
E quindi, facciamo vedere che la vita da Lui portata può generare veramente una nuova società con rapporti di autentica fraternità, di aiuto e servizio vicendevole, di attenzione alle persone più fragili e bisognose.
Mostriamolo proprio lì, nei luoghi in cui abitiamo, alle persone che frequentiamo vivendo tra noi quell’unità per la quale Gesù ha dato la vita. Diventiamo ‘cellula d’ambiente’ cioè due o più persone che si accordano per attuare con radicalità le esigenze del Vangelo nel proprio campo di lavoro, a scuola, nella sede del sindacato, negli uffici amministrativi, in carcere spezzando la lotta per il potere e creando un clima di collaborazione che favorisca il nascere della fraternità.
Siamo noi ora “i primi cristiani”, chiamati come allora a perdonarci, a vederci sempre nuovi, ad aiutarci; in una parola, ad amarci con l’intensità con cui Gesù ha amato, nella certezza che la Sua presenza in mezzo a noi ha la forza di coinvolgere anche altri nella logica divina dell’amore.
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Messaggio  don.battista Gio 8 Ott - 22:29

federico.meneghello ha scritto:«Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avete amore gli uni per gli altri» (Gv 13, 35).
Nel mese di agosto abbiamo cercato di camminare nella carità con il segno distintivo di Dio e cioè l’Amore, a settembre ci siamo concessi del tempo in più per stare con Dio, per imparare ad amare,  Dio e i fratelli.
In questo mese di ottobre ci viene chiesto di far vedere la caratteristica tipica del cristiano, il segno, ma come fare ?
Il cristiano non abita in case particolari, non adotta uno speciale modo di vivere, non usa un linguaggio strano, è semplicemente una persona normale, ma con un segreto che gli consente di incidere profondamente nella società.
Questo segreto è frutto dell’esperienza di Gesù nel rapporto con il Padre: «tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi» (Gv 15, 15), e Lui l’ha consegnato ai suoi discepoli poco prima di morire. Era il suo testamento: la vita del cielo che ha portato sulla terra, condivisa con noi perché diventi la nostra stessa vita. Vuole che i suoi discepoli vengano riconosciuti come tali dall’amore reciproco.

«Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avete amore gli uni per gli altri»

I discepoli di Gesù erano riconosciuti per il loro reciproco amore ?
«La storia della Chiesa è una storia di santità» ha scritto Giovanni Paolo II. Anche se per secoli in nome di Gesù i cristiani si sono combattuti in guerre interminabili e continuano ad essere divisi. Anche se ci sono persone che ancora associano i cristiani con le Crociate, con i tribunali dell’Inquisizione oppure li vedono difensori ad oltranza di una morale antiquata e che si oppongono al progresso della scienza.
Sì, i primi cristiani erano ammirati per la comunione dei beni che vivevano, dall’ unità che regnava fra loro, dalla «letizia e semplicità di cuore» che li caratterizzava (cf. At 2,46). Leggiamo sempre negli Atti degli Apostoli:  «Il popolo li esaltava» con la conseguenza che ogni giorno «andava aumentando il numero degli uomini e delle donne che credevano nel Signore» (At 5,13-14).
La testimonianza di vita della comunità è la forza attrattiva.
Chiediamoci perché oggi non siamo conosciuti come coloro che si contraddistinguono per l’amore.
Ma noi oggi, che ne abbiamo fatto del comandamento di Gesù: «Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avete amore gli uni per gli altri» ?

Siamo consapevoli che la testimonianza di vita è l’annuncio cristiano che come discepoli di Gesù dobbiamo donare ? Le nostre comunità sono luoghi in cui si vivono rapporti di autentica fraternità, aiuto e servizio vicendevole ?
Ecco che questa parola di vita ci viene in aiuto per rimettere a fuoco la dimensione fondamentale di ogni annuncio cristiano.
E quindi, facciamo vedere che la vita da Lui portata può generare veramente una nuova società con rapporti di autentica fraternità, di aiuto e servizio vicendevole, di attenzione alle persone più fragili e bisognose.
Mostriamolo proprio lì, nei luoghi in cui abitiamo, alle persone che frequentiamo vivendo tra noi quell’ unità per la quale Gesù ha dato la vita. Diventiamo ‘cellula d’ambiente’ cioè due o più persone che si accordano per attuare con radicalità le esigenze del Vangelo nel proprio campo di lavoro, a scuola, nella sede del sindacato, negli uffici amministrativi, in carcere spezzando la lotta per il potere e creando un clima di collaborazione che favorisca il nascere della fraternità.
Siamo noi ora “i primi cristiani”, chiamati come allora a perdonarci, a vederci sempre nuovi, ad aiutarci; in una parola, ad amarci con l’intensità con cui Gesù ha amato, nella certezza che la Sua presenza in mezzo a noi ha la forza di coinvolgere anche altri nella logica divina dell’amore.

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