Nella nostra società, con uno sguardo da cristiani
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Nella nostra società, con uno sguardo da cristiani
“Vi sono stati periodi nella storia recente in cui un mondo migliore è sembrato possibile. Oggi guardiamo al domani con diffidenza e paura. Non possiamo procedere in questo modo. Dobbiamo reagire. Stiamo vivendo tempi fuori dell’ordinario, uno di quei crocevia della storia in cui i contorni essenziali della convivenza vengono ridefiniti. Siamo da ciò obbligati a chiederci tutti: “Che futuro vogliamo per noi e per i nostri figli?”. Sappiamo che in periodi come questi ci sono rischi, ma anche nuove opportunità, e che queste ultime potranno realizzarsi solo se proviamo seriamente a riprendere in mano il nostro futuro; se non restiamo a guardare, ma ci facciamo parte attiva e responsabile.”
La voglia di capire
Questo è l’inizio del Documento promosso dal Forum di Limena. (https://forumdilimena.com)
Tutto nasce lo scorso novembre, quando parte un passaparola e alcuni cristiani del Nord Est - laici, preti e religiosi - cominciano a ritrovarsi a Limena per riflettere insieme sulla situazione del Paese e delle Chiese Trivenete nell'attuale contesto.
Ciò che li accumuna è la voglia di capire quanto sta succedendo attorno a noi, la volontà di far fronte ad alcuni processi pericolosi in atto (non solo in Italia), dar voce all’indignazione verso scelte, gesti e linguaggi utilizzati anche da chi ha responsabilità politiche: su tutto una particolare preoccupazione dinanzi ad atteggiamenti e provvedimenti, volti più ad acutizzare i problemi sociali, invece che risolverli.
Un luogo per riflettere e confrontarsi
A tutto ciò si unisce la constatazione che nelle nostre Chiese non esistono sedi in cui parlare di quanto sta accadendo e a prevalere è un imbarazzante silenzio.
Gli incontri (tre in tutto) sono stati particolarmente vivi e partecipati: caratterizzati da presenze molto diversificate per provenienza, ma anche per condizione professionale e tipo di impegno. Non tanto nonostante, quanto proprio grazie a questa differenziazione si è riusciti a sperimentare l’arte difficile dell’ascolto e del dialogo, arrivando ad intessere una sintesi capace di accogliere ogni singolo contributo e allo stesso tempo superarne la mera somma.
Nella scia dei Convegni ecclesiali
Un’esperienza di discernimento non nuova per le Chiese Trivenete, vissuta particolarmente nei Convegni di Aquileia del 1990 e del 2012. E metodologicamente ripresa nel Convegno Ecclesiale nazionale di Firenze del 2015.
Spinti anche dal desiderio di riprendere questi sentieri lasciati in sospeso, i partecipanti si sono ritrovati sull’idea che fosse necessario sollecitare, sulle urgenze indicate all’inizio, l’apertura di una discussione nelle Chiese e nella società del Triveneto. Un invito – e un aiuto – ad avviare un processo di riflessione e uscita dal silenzio interno, più che da quello verso l’esterno, perché entri la storia nella vita delle nostre parrocchie/diocesi. Insomma l’eterna necessità di coniugare vita e fede.
Un documento sottoscritto
A questo fine si è predisposto un documento sul quale si è inteso richiedere adesioni più ampie.
Lo scorso 9 aprile c’è stato il primo incontro pubblico, proprio a Limena, tra i primi firmatari del Documento. Possiamo dire che coloro che hanno sottoscritto il documento rappresentano uno spaccato molto significativo delle chiese del Triveneto: molti laici e laiche, come è logico che sia, ma anche preti (molti dei quali parroci), religiosi e religiose, diaconi; un mondo molto variegato sia dal punto di vista professionale (dall’imprenditore, al medico, all’impiegato; non solo intellettuali….) sia dal punto di vista delle esperienze ecclesiali (dal focolarino all’azione cattolica, dall’operatore caritas a quello parrocchiale; non certo i soliti…).
Si apre una fase di confronto aperta al futuro
Ora si apre una fase di condivisione del documento finalizzata a sostenere la riflessione e il confronto nelle Diocesi. Tutto ciò però potrà realizzarsi se ci saranno le condizioni per accogliere e condividere l’originalità di ciascuno senza aver timore delle differenze e dei conflitti. Avere sensibilità e idee diverse, prima di essere una sfida impegnativa, è una ricchezza. Troppe volte per evitare un difficile, ma fecondo, confronto tra posizioni differenti, si è preferito evitare le questioni. È tempo di un’aggiunta di partecipazione da parte di tutti, per dar vita a luoghi e strumenti dove condividere le differenze che emergono dal vissuto delle persone: per arrivare a sintesi che non “annullino” le differenze, ma le comprendano e risolvano, quali suoni di un’inedita sinfonia.
federico.meneghello- Admin
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