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6 maggio - Festa del Voto alla Madonna delle Grazie

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Messaggio  Ospite Gio 28 Apr - 0:37

Madonna delle Grazie di Piove di Sacco
6 maggio – Festa del Voto

Il Santuario della Madonna delle Grazie di Piove di Sacco e il convento francescano che lo affiancava furono costruiti dai Frati Minori dell’Osservanza a partire dal 1484 sul luogo di una cappella dove qualche anno prima era stata portata una prodigiosa immagine mariana per essere esposta alla venerazione dei fedeli. Documenti tardivi, ma fondati sulla tradizione orale, attestano infatti che all’origine del santuario vi fu una lite fra due fratelli per il possesso di un’immagine della Madonna, ricevuta in eredità e cara ad entrambi. Mentre stavano per sfidarsi a duello un bambino di un anno, in braccio a sua madre, benché ancora incapace di parlare, esclamò “Fermatevi!” ed invitò i contendenti a deporre le armi e a portare la sacra immagine in una vicina cappella aperta al pubblico. La gente dei dintorni, venuta a conoscenza del prodigio, accorse numerosa a chiedere fiduciosa ogni genere di grazie alla Vergine Maria. Le origini del santuario di Piove di Sacco, pertanto, sono dovute alla pietà popolare e all’iniziativa dei frati francescani che ebbero in dono i terreni per costruire una chiesa più grande con annesso convento. Il santuario è dedicato alla Madonna delle Grazie, il titolo di gran lunga più diffuso tra i santuari mariani nazionali: 83 in Italia di cui 11 nelle Venezie. Titolo che va inteso sia come Madre della Divina Grazia, cioè Madre di Gesù, sia come Regina di tutte le Grazie, la Madre che intercede presso il Figlio Gesù perché compia ogni grazia. San Bernardo di Chiaravalle, l’ultimo dei Padri della Chiesa, usa espressioni bellissime per esprimere l’incrollabile fiducia dei fedeli nella potenza di Maria, la “piena di grazia”. Da secoli i cristiani si rivolgono a Lei con queste parole: “Ricordati, o piissima Vergine Maria, / che non si è mai inteso al mondo / che qualcuno sia ricorso alla tua protezione, / abbia implorato il tuo aiuto, / abbia chiesto il tuo patrocinio / e sia stato da te abbandonato”. E ancora “Se insorgeranno i venti delle tentazioni / se incorrerai negli scogli delle tribolazioni / Guarda la Stella, invoca Maria”.
I santuari sorti fra ‘400 e ‘500 nelle nostre terre, in un’epoca di insicurezza e rilassamento morale, ebbero un ruolo importante nel preservare e rinsaldare la fede nella popolazione. I religiosi, presenti in modo massiccio nel Veneto, fecero delle loro chiese dei centri di devozione mariana, da Monte Berico (Servi di Maria) a Motta di Livenza (Minori Francescani), da Thiene (Cappuccini) a Lendinara (Monaci benedettini olivetani). Nonostante lo splendore in campo artistico e culturale e il fermento in campo religioso, non erano certo tempi tranquilli. Le guerre territoriali, l’espansione della Repubblica di Venezia e gli spostamenti degli eserciti, italiani e stranieri, le frequenti carestie e soprattutto il fenomeno endemico della peste, flagello comune a quei tempi rendevano la vita delle popolazioni insicura e sottoposta a mille pericoli.
Davvero tragica fu la peste del 1576 che contagiò Milano durante l’episcopato di san Carlo Borromeo e a Venezia provocò la morte di 50.000 persone. Tale sciagura è all’origine, tra l’altro, della straordinaria chiesa e della festa del Redentore a Venezia (la terza domenica di luglio), della devozione alla Madonna dei Lumini a Padova (il 12 ottobre) e della processione del voto di Pontelongo (la prima domenica di maggio).
Ben più grave fu l’epidemia di peste che si abbatté su Milano, Venezia, Padova e in tutto il Nord Italia nel 1630-31. È la peste, descritta dal Manzoni nei Promessi Sposi, che decimò un terzo della popolazione di Venezia. In quell’occasione la città, per invocare l’intercessione di Maria, fece voto di edificare la basilica della Madonna della Salute e di istituire la processione che si rinnova annualmente il 21 novembre. Padova che a gennaio del 1931 contava circa 31.000 abitanti, a dicembre ne aveva meno della metà. Il 52% della popolazione era stata colpita dal terribile morbo.
Nella primavera del 1631 la peste contagiò anche Piove di Sacco che allora contava circa 5000 abitanti. Allarmate dai primi decessi, le autorità cittadine riunirono il Consiglio della Comunità per decidere i provvedimenti da prendere e il 27 aprile 1631 all’unanimità deliberarono di fare voto alla Vergine Maria, invocandone la protezione e implorando la grazia della preservazione dal flagello della peste. Si stabilì che il 6 maggio di ogni anno si facesse una solenne processione con il clero e le confraternite fino al santuario delle Grazie. Vi dovevano partecipare anche il Podestà, il Sindaco, i Deputati e tutto il Consiglio e ciascuno doveva portare un cero, acquistato a spese della comunità, da offrire al santuario. La prima processione si mosse di buon mattino partendo dal Castello e procedendo lungo la riva del Fiumicello. Precedevano il lungo corteo i messi comunali con il gonfalone. Seguivano i membri della Scuola del Santo Crocifisso, con vesti di sacco e corda ai fianchi, quindi i Frati Minori Osservanti, custodi del santuario, e i Frati Conventuali che avevano il loro convento dentro il Castello. Poi venivano i Chierici e i Sacerdoti, i Canonici dell’insigne collegiata del Duomo. Poi ancora il Podestà, il Sindaco e i Consiglieri Comunali con i ceri votivi e infine il popolo. L’ordine della prima processione del voto è documentato su una tavola dipinta lunga 5 metri conservata in santuario.
Nei mesi successivi il morbo si affievolì e scomparve. In quell’anno i morti a Piove di Sacco furono 205, circa il 4% degli abitanti, neanche il doppio della media annuale. Mentre a Padova il contagio andava prendendo enormi proporzioni, in Piove fu di ben modesta entità. I Piovesi attribuirono la loro quasi totale preservazione dal flagello della peste alla protezione della B.V. Maria delle Grazie che venne pubblicamente e solennemente invocata fin dai primi inizi del contagio. Da allora la processione del voto si ripete ininterrottamente ogni anno. E il 6 maggio è diventata la festa principale del santuario.
Il voto oggi si svolge in un contesto molto diverso da quello in cui è nato. Ma altre sono le “pesti” che affliggono il nostro mondo, i mali della società di oggi con i quali dobbiamo quotidianamente fare i conti: violenza, droga, alcool, prostituzione, criminalità, corruzione, egoismo, intolleranza, inquinamento, discriminazioni, sopraffazioni, diseguaglianze sociali, mancanza di valori, di umanità di amore. Il benessere porta con sé tanta indifferenza e superficialità.
Anche per questo il voto viene rinnovato ogni anno, per chiedere a Maria l’aiuto necessario per rinnovare la nostra società e trasmettere lo stesso impegno dei nostri predecessori alle future generazioni. Così si dà nuova vita alla tradizione e si proiettano nel futuro i valori umani e cristiani legati alle nostre radici.
Il santuario della Madonna delle Grazie continua ad essere anche oggi il centro spirituale della Saccisica e la venerata immagine della Madonna delle Grazie, dipinta nel 1478 da Giovanni Bellini, continua ad essere attorniata dai ceri votivi delle autorità e dalle preghiere semplici e accorate degli umili.

M.P.


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Messaggio  don.battista Sab 21 Mag - 17:50

Maurizio.Pengo ha scritto:Madonna delle Grazie di Piove di Sacco
6 maggio – Festa del Voto

Il Santuario della Madonna delle Grazie di Piove di Sacco e il convento francescano che lo affiancava furono costruiti dai Frati Minori dell’Osservanza a partire dal 1484 sul luogo di una cappella dove qualche anno prima era stata portata una prodigiosa immagine mariana per essere esposta alla venerazione dei fedeli. Documenti tardivi, ma fondati sulla tradizione orale, attestano infatti che all’origine del santuario vi fu una lite fra due fratelli per il possesso di un’immagine della Madonna, ricevuta in eredità e cara ad entrambi. Mentre stavano per sfidarsi a duello un bambino di un anno, in braccio a sua madre, benché ancora incapace di parlare, esclamò “Fermatevi!” ed invitò i contendenti a deporre le armi e a portare la sacra immagine in una vicina cappella aperta al pubblico. La gente dei dintorni, venuta a conoscenza del prodigio, accorse numerosa a chiedere fiduciosa ogni genere di grazie alla Vergine Maria. Le origini del santuario di Piove di Sacco, pertanto, sono dovute alla pietà popolare e all’iniziativa dei frati francescani che ebbero in dono i terreni per costruire una chiesa più grande con annesso convento. Il santuario è dedicato alla Madonna delle Grazie, il titolo di gran lunga più diffuso tra i santuari mariani nazionali: 83 in Italia di cui 11 nelle Venezie. Titolo che va inteso sia come Madre della Divina Grazia, cioè Madre di Gesù, sia come Regina di tutte le Grazie, la Madre che intercede presso il Figlio Gesù perché compia ogni grazia. San Bernardo di Chiaravalle, l’ultimo dei Padri della Chiesa, usa espressioni bellissime per esprimere l’incrollabile fiducia dei fedeli nella potenza di Maria, la “piena di grazia”. Da secoli i cristiani si rivolgono a Lei con queste parole: “Ricordati, o piissima Vergine Maria, / che non si è mai inteso al mondo / che qualcuno sia ricorso alla tua protezione, / abbia implorato il tuo aiuto, / abbia chiesto il tuo patrocinio / e sia stato da te abbandonato”. E ancora “Se insorgeranno i venti delle tentazioni / se incorrerai negli scogli delle tribolazioni / Guarda la Stella, invoca Maria”.
I santuari sorti fra ‘400 e ‘500 nelle nostre terre, in un’epoca di insicurezza e rilassamento morale, ebbero un ruolo importante nel preservare e rinsaldare la fede nella popolazione. I religiosi, presenti in modo massiccio nel Veneto, fecero delle loro chiese dei centri di devozione mariana, da Monte Berico (Servi di Maria) a Motta di Livenza (Minori Francescani), da Thiene (Cappuccini) a Lendinara (Monaci benedettini olivetani). Nonostante lo splendore in campo artistico e culturale e il fermento in campo religioso, non erano certo tempi tranquilli. Le guerre territoriali, l’espansione della Repubblica di Venezia e gli spostamenti degli eserciti, italiani e stranieri, le frequenti carestie e soprattutto il fenomeno endemico della peste, flagello comune a quei tempi rendevano la vita delle popolazioni insicura e sottoposta a mille pericoli.
Davvero tragica fu la peste del 1576 che contagiò Milano durante l’episcopato di san Carlo Borromeo e a Venezia provocò la morte di 50.000 persone. Tale sciagura è all’origine, tra l’altro, della straordinaria chiesa e della festa del Redentore a Venezia (la terza domenica di luglio), della devozione alla Madonna dei Lumini a Padova (il 12 ottobre) e della processione del voto di Pontelongo (la prima domenica di maggio).
Ben più grave fu l’epidemia di peste che si abbatté su Milano, Venezia, Padova e in tutto il Nord Italia nel 1630-31. È la peste, descritta dal Manzoni nei Promessi Sposi, che decimò un terzo della popolazione di Venezia. In quell’occasione la città, per invocare l’intercessione di Maria, fece voto di edificare la basilica della Madonna della Salute e di istituire la processione che si rinnova annualmente il 21 novembre. Padova che a gennaio del 1631 contava circa 31.000 abitanti, a dicembre ne aveva meno della metà. Il 52% della popolazione era stata colpita dal terribile morbo.
Nella primavera del 1631 la peste contagiò anche Piove di Sacco che allora contava circa 5000 abitanti. Allarmate dai primi decessi, le autorità cittadine riunirono il Consiglio della Comunità per decidere i provvedimenti da prendere e il 27 aprile 1631 all’unanimità deliberarono di fare voto alla Vergine Maria, invocandone la protezione e implorando la grazia della preservazione dal flagello della peste. Si stabilì che il 6 maggio di ogni anno si facesse una solenne processione con il clero e le confraternite fino al santuario delle Grazie. Vi dovevano partecipare anche il Podestà, il Sindaco, i Deputati e tutto il Consiglio e ciascuno doveva portare un cero, acquistato a spese della comunità, da offrire al santuario. La prima processione si mosse di buon mattino partendo dal Castello e procedendo lungo la riva del Fiumicello. Precedevano il lungo corteo i messi comunali con il gonfalone. Seguivano i membri della Scuola del Santo Crocifisso, con vesti di sacco e corda ai fianchi, quindi i Frati Minori Osservanti, custodi del santuario, e i Frati Conventuali che avevano il loro convento dentro il Castello. Poi venivano i Chierici e i Sacerdoti, i Canonici dell’insigne collegiata del Duomo. Poi ancora il Podestà, il Sindaco e i Consiglieri Comunali con i ceri votivi e infine il popolo. L’ordine della prima processione del voto è documentato su una tavola dipinta lunga 5 metri conservata in santuario.
Nei mesi successivi il morbo si affievolì e scomparve. In quell’anno i morti a Piove di Sacco furono 205, circa il 4% degli abitanti, neanche il doppio della media annuale. Mentre a Padova il contagio andava prendendo enormi proporzioni, in Piove fu di ben modesta entità. I Piovesi attribuirono la loro quasi totale preservazione dal flagello della peste alla protezione della B.V. Maria delle Grazie che venne pubblicamente e solennemente invocata fin dai primi inizi del contagio. Da allora la processione del voto si ripete ininterrottamente ogni anno. E il 6 maggio è diventata la festa principale del santuario.
Il voto oggi si svolge in un contesto molto diverso da quello in cui è nato. Ma altre sono le “pesti” che affliggono il nostro mondo, i mali della società di oggi con i quali dobbiamo quotidianamente fare i conti: violenza, droga, alcool, prostituzione, criminalità, corruzione, egoismo, intolleranza, inquinamento, discriminazioni, sopraffazioni, diseguaglianze sociali, mancanza di valori, di umanità di amore. Il benessere porta con sé tanta indifferenza e superficialità.
Anche per questo il voto viene rinnovato ogni anno, per chiedere a Maria l’aiuto necessario per rinnovare la nostra società e trasmettere lo stesso impegno dei nostri predecessori alle future generazioni. Così si dà nuova vita alla tradizione e si proiettano nel futuro i valori umani e cristiani legati alle nostre radici.
Il santuario della Madonna delle Grazie continua ad essere anche oggi il centro spirituale della Saccisica e la venerata immagine della Madonna delle Grazie, dipinta nel 1478 da Giovanni Bellini, continua ad essere attorniata dai ceri votivi delle autorità e dalle preghiere semplici e accorate degli umili.

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