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Vitttime innocenti della mafia

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Messaggio  federico.meneghello Ven 31 Mar - 7:13

L’Aula della Camera ha dato il via libera definitivo e unanime della “Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie”. Da quest’anno ogni 21 marzo sarà la “Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie”.


E’ passata a livello nazionale la Giornata al ricordo delle vittime della mafia. Libera, alla quale collabora il nostro Parroco don Giorgio de Checchi, è l’associazione giuridicamente riconosciuta dal Ministero dell’Interno, che si occupa di sensibilizzazione e contrasto al fenomeno delle mafie. Negli ultimi ventuno anni, Libera, ha sempre ricordato il 21 di marzo tutte le vittime dell’ingiustizia e della violenza in Italia. Da quest’anno, nel primo giorno di primavera, il percorso diventa più chiaro proprio perché il riconoscimento Istituzionale della Giornata della Memoria può e deve consentire al nostro Paese di risvegliarsi, cosicché ogni anno, nel futuro, si aggiungerà “speranza”, consapevoli che il mondo può cambiare. La mafia deve essere sconfitta, lo dobbiamo alle più di novecento persone uccise, per mano mafiosa, lo dobbiamo a noi stessi e all’Italia.

Nella città calabrese di Locri, (simultaneamente anche in quattromila altre città italiane ed estere) si è svolta la XXII Giornata della memoria delle vittime della mafia con don Luigi Ciotti in prima fila, che ha lanciato un accorato appello a continuare la lotta contro la mafia.
Un corteo di 25mila persone organizzato da Libera, ha sfilato con striscioni lungo le vie di Locri, nonostante la vigilia la manifestazione sia stata turbata da una serie di scritte ingiuriose sui muri di Locri a dimostrazione che la mafia si nasconde nel tessuto sociale delle città. Cambia continuamente forma, si presenta con volti nuovi non più collegabili ai vecchi padrini, ha infranto anche il tabù delle loro sovranità territoriali, clan e famiglie mafiose sono in lotta tra loro.

La mafia è una realtà dai nomi diversi derivanti dalle regioni in cui è nata (Cosa Nostra, Camorra, Santa Corona Unita, Ndrangheta) e racchiude in sé illegalità, omertà, soprusi, inganni e prevaricazioni. La mafia percepisce i suoi guadagni dalla droga, dalla prostituzione, agli appalti e dalla finanza, ma lascia una lunga scia di sangue di uomini uccisi perché si sono ribellati a questo sistema per riportare la legalità.
Le vittime innocenti di mafia in oltre cento anni di storia del nostro Paese, sono contadini, operai, carabinieri, giornalisti, commercianti, sacerdoti, sindacalisti, giudici, magistrati, politici, impiegati, ignari passanti, scambi di persona, donne e bambini….

“Alla Chiesa chiediamo che non rinunci al suo ruolo profetico, affinché gli strumenti della denuncia e dell’annuncio si concretizzino nella capacità di produrre nuova coscienza nel segno della giustizia, della solidarietà, dei valori etici e civili.”
Queste parole di don Beppe Diana, prete ucciso dalla Camorra il 19 marzo 1994, ci scuotono. Il prete di Casal di Principe, provincia di Caserta in Campania, che ha dedicato la vita e l’impegno pastorale alla lotta per contrastare l’illegalità, gli abusi, i privilegi, gli assassini. Le sue non erano omelie generiche o esortazioni buone per ogni cerimonia, ma ragionamenti ricchi di esempi, di nomi e di cognomi, di denunce etiche e politiche. Non aveva nulla a che spartire con quella parte della chiesa che si piega e benedice e frequenta corrotti e collusi.

Cosa possiamo fare, concretamente, all’interno delle nostre comunità cristiane?

In concreto il 21 marzo di ogni anno sarà la giornata della memoria in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, l’invito è rivolto ai gruppi e realtà pastorali perché facciamo memoria delle persone, delle loro storie e anche dei loro familiari perché molte di queste persone hanno attinto la loro fermezza dal Vangelo e dalla fede; i familiari che hanno vissuto un lutto molto forte, noi li possiamo accompagnare con la preghiera, con parole chiare nel ricordo dei loro cari, perché vittime innocenti, ma soprattutto, pregare, per una chiesa più attenta, per un maggiore impegno politico e sociale, per la giustizia, per il bene comune e per la dignità di ogni persona umana, in tutti gli ambiti della nostra vita.
Lo Stato può vincere la mafia, ma occorre la risposta forte e immediata di tutti, cittadini e cristiani, nessuno può stare a guardare, tanto meno la chiesa!
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Messaggio  don.battista Mar 18 Apr - 23:16

federico.meneghello ha scritto:L’Aula della Camera ha dato il via libera definitivo e unanime della “Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie”. Da quest’anno ogni 21 marzo sarà la “Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie”.


E’ passata a livello nazionale la Giornata al ricordo delle vittime della mafia. Libera, alla quale collabora il nostro Parroco don Giorgio de Checchi, è l’associazione giuridicamente riconosciuta dal Ministero dell’Interno, che si occupa di sensibilizzazione e contrasto al fenomeno delle mafie. Negli ultimi ventuno anni, Libera, ha sempre ricordato il 21 di marzo tutte le vittime dell’ingiustizia e della violenza in Italia. Da quest’anno, nel primo giorno di primavera, il percorso diventa più chiaro proprio perché il riconoscimento Istituzionale della Giornata della Memoria può e deve consentire al nostro Paese di risvegliarsi, cosicché ogni anno, nel futuro, si aggiungerà “speranza”, consapevoli che il mondo può cambiare. La mafia deve essere sconfitta, lo dobbiamo alle più di novecento persone uccise, per mano mafiosa, lo dobbiamo a noi stessi e all’Italia.

Nella città calabrese di Locri, (simultaneamente anche in quattromila altre città italiane ed estere) si è svolta la XXII Giornata della memoria delle vittime della mafia con don Luigi Ciotti in prima fila, che ha lanciato un accorato appello a continuare la lotta contro la mafia.
Un corteo di 25mila persone organizzato da Libera, ha sfilato con striscioni lungo le vie di Locri, nonostante la vigilia la manifestazione sia stata turbata da una serie di scritte ingiuriose sui muri di Locri a dimostrazione che la mafia si nasconde nel tessuto sociale delle città. Cambia continuamente forma, si presenta con volti nuovi non più collegabili ai vecchi padrini, ha infranto anche il tabù delle loro sovranità territoriali, clan e famiglie mafiose sono in lotta tra loro.

La mafia è una realtà dai nomi diversi derivanti dalle regioni in cui è nata (Cosa Nostra, Camorra, Santa Corona Unita, Ndrangheta) e racchiude in sé illegalità, omertà, soprusi, inganni e prevaricazioni. La mafia percepisce i suoi guadagni dalla droga, dalla prostituzione, agli appalti e dalla finanza, ma lascia una lunga scia di sangue di uomini uccisi perché si sono ribellati a questo sistema per riportare la legalità.
Le vittime innocenti di mafia  in oltre cento anni di storia del nostro Paese, sono contadini, operai, carabinieri, giornalisti, commercianti,  sacerdoti, sindacalisti, giudici, magistrati, politici, impiegati, ignari passanti, scambi di persona, donne e bambini….

“Alla Chiesa chiediamo che non rinunci al suo ruolo profetico, affinché gli strumenti della denuncia e dell’annuncio si concretizzino nella capacità di produrre nuova coscienza nel segno della giustizia, della solidarietà, dei valori etici e civili.”
Queste parole di don Beppe Diana, prete ucciso dalla Camorra il 19 marzo 1994, ci scuotono. Il prete di Casal di Principe, provincia di Caserta in Campania, che ha dedicato la vita e l’impegno pastorale alla lotta per contrastare l’illegalità, gli abusi, i privilegi, gli assassini. Le sue non erano omelie generiche o esortazioni buone per ogni cerimonia, ma ragionamenti ricchi di esempi, di nomi e di cognomi, di denunce etiche e politiche. Non aveva nulla a che spartire con quella parte della chiesa che si piega e benedice e frequenta corrotti e collusi.

Cosa possiamo fare, concretamente, all’interno delle nostre comunità cristiane?

In concreto il 21 marzo di ogni anno sarà la giornata della memoria in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, l’invito è rivolto ai gruppi e realtà pastorali perché facciamo memoria delle persone, delle loro storie e anche dei loro familiari perché molte di queste persone hanno attinto la loro fermezza dal Vangelo e dalla fede; i familiari che hanno vissuto un lutto molto forte, noi li possiamo accompagnare con la preghiera, con parole chiare nel ricordo dei loro cari, perché vittime innocenti, ma soprattutto, pregare, per una chiesa più attenta, per un maggiore impegno politico e sociale, per la giustizia, per il bene comune e per la dignità di ogni persona umana, in tutti gli ambiti della nostra vita.
Lo Stato può vincere la mafia, ma occorre la risposta forte e immediata di tutti, cittadini e cristiani, nessuno può stare a guardare, tanto meno la chiesa!

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