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LE MADONNE DELLA BASILICA DEL SANTO

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Messaggio  federico.meneghello Lun 19 Giu - 6:48



La basilica-santuario di Sant’Antonio di Padova, oltre che essere uno dei più grandi e famosi centri religiosi al mondo, è anche uno scrigno di arte e devozione antoniana. Ma il primo insediamento francescano nella città di Padova era costituito da un piccolo convento e da una chiesetta intitolata a Santa Maria Mater Domini. Antonio volle essere sepolto proprio in quella chiesetta dedicata alla Madonna sulla quale in seguito si elevò la grande basilica antoniana, ma che conserva comunque una grande connotazione mariana. Gli esperti che sono riusciti a contarle, attestano che all’interno della basilica vi sono ben 72 raffigurazioni della Madonna (di cui 35 dedicate esclusivamente a Maria) che arrivano a 99 considerando le altre immagini di Maria disseminate tra i chiostri del convento.
Sant’Antonio aveva una vasta cultura teologica e una filiale devozione alla Madonna, testimoniata dai suoi scritti. Quasi tutti i suoi Sermones, che sono delle prediche, ma che possono essere considerati dei trattati di dottrina sacra, parlano di Maria o fanno riferimento a Lei.
Così anche i devoti di Antonio sentono questo particolare legame con Maria e in Basilica si moltiplicano le testimonianze di affetto alla Madre di Dio, tradotte dagli artisti in pregevolissime opere d’arte. Ci soffermiamo sulle più famose.
Entrando in chiesa si viene accolti subito dal dolce sguardo della Madonna del Pilastro che tiene in braccio un sorridente Bambin Gesù, affrescata da Stefano da Ferrara verso la metà del Trecento, l’immagine mariana più antica e più amata in basilica. I fedeli si sentono rassicurati dallo sguardo di Maria che sembra voler catturare l’attenzione di chiunque posi gli occhi su di lei, da qualsiasi angolatura la guardi.
Il suo profilo è quello di una donna delle nostre parti, ma il suo atteggiamento è del tipo che gli orientali chiamerebbero Madonna della tenerezza. Ai suoi lati compaiono le figure di San Giovanni Battista e di San Giovanni Evangelista.
Sull’altare della chiesetta di Santa Maria Mater Domini, subito oltre l’Arca del Santo, si erge la bellissima statua della Madonna Mora in pietra policroma, scolpita nel 1396 da Rinaldino di Francia e inserita in un monumentale capitello gotico. Alle sue spalle un antichissimo affresco rappresenta il profeta Isaia e il re Davide. Dopo il recente restauro del 2010 il suo volto, e quello del Bambino che tiene in braccio, hanno perso la patina di fuliggine alla quale molti hanno attribuito l’origine della sua denominazione, e il suo incarnato è tornato roseo e radioso come un tempo. Il suo abito prezioso, riccamente decorato in stile moresco, fa di Lei una Regina, ma la rende anche estremamente popolare per la sua bellezza.
Non va dimenticata poi la splendida statua bronzea della Vergine del Donatello (sec. XV) posta sopra l’Altare Maggiore che sembra alzarsi dal trono per offrire ai fedeli il suo Figlio Gesù. Le fanno corona i santi francescani (Francesco, Antonio e Ludovico) e i patroni della città di Padova (Prosdocimo, Giustina e Daniele).
Assai ammirato è anche l’affresco della Madonna del Pulpito attribuito a Stefano da Ferrara e posto sul quarto pilastro di destra. Sul terzo pilastro, invece, c’è una dolcissima Madonna col Bambino dipinta dal Guariento, anch’essa recentemente restaurata. E a proposito di restauri, l’ultima opera ripulita e portata all’originario splendore, è la Madonna del Garofano affrescata sopra l’antica porta che immetteva nella sacrestia. Se ne potrebbero citare molte altre, ma ci soffermiamo da ultimo sulla bella statua in legno della Immacolata, usata per le processioni, opera ottocentesca di Rinaldo Rinaldi, allievo di Canova, conservata nella Scoletta del Santo. Anch’essa è un’immagine di Maria molto cara ai devoti del Santo.
Insomma chi visita la Basilica del Santo, con le sue “cento madonne”, troverà sant’Antonio e sarà sempre sotto lo sguardo materno di Maria.

M.P.

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Messaggio  don.battista Mar 20 Giu - 0:07

federico.meneghello ha scritto:

La basilica-santuario di Sant’Antonio di Padova, oltre che essere uno dei più grandi e famosi centri religiosi al mondo, è anche uno scrigno di arte e devozione antoniana. Ma il primo insediamento francescano nella città di Padova era costituito da un piccolo convento e da una chiesetta intitolata a Santa Maria Mater Domini. Antonio volle essere sepolto proprio in quella chiesetta dedicata alla Madonna sulla quale in seguito si elevò la grande basilica antoniana, ma che conserva comunque una grande connotazione mariana. Gli esperti che sono riusciti a contarle, attestano che all’interno della basilica vi sono ben 72 raffigurazioni della Madonna (di cui 35 dedicate esclusivamente a Maria) che arrivano a 99 considerando le altre immagini di Maria disseminate tra i chiostri del convento.
Sant’Antonio aveva una vasta cultura teologica e una filiale devozione alla Madonna, testimoniata dai suoi scritti. Quasi tutti i suoi Sermones, che sono delle prediche, ma che possono essere considerati dei trattati di dottrina sacra, parlano di Maria o fanno riferimento a Lei.
Così anche i devoti di Antonio sentono questo particolare legame con Maria e in Basilica si moltiplicano le testimonianze di affetto alla Madre di Dio, tradotte dagli artisti in pregevolissime opere d’arte. Ci soffermiamo sulle più famose.
Entrando in chiesa si viene accolti subito dal dolce sguardo della Madonna del Pilastro che tiene in braccio un sorridente Bambin Gesù, affrescata da Stefano da Ferrara verso la metà del Trecento, l’immagine mariana più antica e più amata in basilica. I fedeli si sentono rassicurati dallo sguardo di Maria che sembra voler catturare l’attenzione di chiunque posi gli occhi su di lei, da qualsiasi angolatura la guardi.
Il suo profilo è quello di una donna delle nostre parti, ma il suo atteggiamento è del tipo che gli orientali chiamerebbero Madonna della tenerezza. Ai suoi lati compaiono le figure di San Giovanni Battista e di San Giovanni Evangelista.
Sull’altare della chiesetta di Santa Maria Mater Domini, subito oltre l’Arca del Santo, si erge la bellissima statua della Madonna Mora in pietra policroma, scolpita nel 1396 da Rinaldino di Francia e inserita in un monumentale capitello gotico. Alle sue spalle un antichissimo affresco rappresenta il profeta Isaia e il re Davide. Dopo il recente restauro del 2010 il suo volto, e quello del Bambino che tiene in braccio, hanno perso la patina di fuliggine alla quale molti hanno attribuito l’origine della sua denominazione, e il suo incarnato è tornato roseo e radioso come un tempo. Il suo abito prezioso, riccamente decorato in stile moresco, fa di Lei una Regina, ma la rende anche estremamente popolare per la sua bellezza.
Non va dimenticata poi la splendida statua bronzea della Vergine del Donatello (sec. XV) posta sopra l’Altare Maggiore che sembra alzarsi dal trono per offrire ai fedeli il suo Figlio Gesù. Le fanno corona i santi francescani (Francesco, Antonio e Ludovico) e i patroni della città di Padova (Prosdocimo, Giustina e Daniele).
Assai ammirato è anche l’affresco della Madonna del Pulpito attribuito a Stefano da Ferrara e posto sul quarto pilastro di destra. Sul terzo pilastro, invece, c’è una dolcissima Madonna col Bambino dipinta dal Guariento, anch’essa recentemente restaurata. E a proposito di restauri, l’ultima opera ripulita e portata all’originario splendore, è la Madonna del Garofano affrescata sopra l’antica porta che immetteva nella sacrestia. Se ne potrebbero citare molte altre, ma ci soffermiamo da ultimo sulla bella statua in legno della Immacolata, usata per le processioni, opera ottocentesca di Rinaldo Rinaldi, allievo di Canova, conservata nella Scoletta del Santo. Anch’essa è un’immagine di Maria molto cara ai devoti del Santo.
Insomma chi visita la Basilica del Santo, con le sue “cento madonne”, troverà sant’Antonio e sarà sempre sotto lo sguardo materno di Maria.
M.P.
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Anch'io sono andata a vedere nella Basilica del Santo le immagini di Maria. Mi sono soffermata sull'affresco restaurato della Madonna con un piccolo garofano rosso in mano ed in grembo il Bambino, circondata poi da altre figure. L'opera è conosciuta sotto diversi nomi, tra i quali preferirei il nome di “Madonna del Fiore” oppure quello di “Madonna della Soglia”.
È la rappresentazione, con le tre immagini centrali in relazione tra di loro, di una soglia simbolica: Maria. Questa soglia viene varcata nella piccolezza come il Bambino, e può fare noi simili ad un fiore che si lascia cogliere, si dona per regalare bellezza e gioia. Soglia di ogni persona che nella umanità desidera ritrovare l’alleanza con il suo Creatore, come questo fiore che esprime il canto della sua fioritura come una partitura melodica d’insieme, richiamata dagli strumenti musicali della cornice dell’affresco. Un cammino che spesso faticosamente si può accettare di vivere, per entrare in una dimensione consapevole di fede, fiducia e amore, abbandono attivo alla Vita per amare e lasciarsi amare, persone come vivi elementi di un creato.
Dell’opera ho notato in particolare il volto della Madonna, giovane, di una bellezza semplice e naturale nel suo dolce ovale, avvolto da un drappo bianco; essa tiene gentilmente, nella mano destra, il fiore per chi vorrà in esso riconoscersi e così partecipare a quell’incontro, a quel progetto d’Amore e meraviglia.

Giugno 2017 Susanna Zancanaro
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