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SANT’ANNA MADRE DI MARIA

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Messaggio  Ospite Lun 24 Lug - 1:03

SANT’ANNA MADRE DI MARIA

Anna è la sposa di Gioacchino, la madre di Maria e la nonna di Gesù. Il suo nome non compare nei vangeli, ma la sua storia è narrata negli apocrifi e molti episodi della sua vita sono stati illustrati dai più grandi artisti. Celebre è il ciclo di affreschi di Giotto nella cappella degli Scrovegni a Padova.
Secondo la tradizione Anna e Gioacchino, con la piccola Maria, abitavano a Gerusalemme nei pressi della Piscina Probatica, dove nel XII secolo i crociati costruirono la bellissima chiesa dedicata a Sant’Anna che ancor oggi è il centro principale del suo culto. La festa di Anna e Gioacchino, nonni di Gesù, è celebrata ogni anno il 26 luglio ed è una ricorrenza speciale per ricordare anche tutti nostri nonni. Secondo la fonte più antica, il Protovangelo di Giacomo, Gioacchino era un uomo pio e molto ricco, che faceva generose offerte al tempio, ma era privo di discendenza in quanto sterile. Un giorno le sue offerte non vennero accolte e lui fu cacciato dal tempio e umiliato proprio perché, pur amando profondamente la moglie Anna, non aveva figli. Allora fuggì da Gerusalemme e si rifugiò per quaranta giorni tra i pastori del deserto dove pregava insistentemente, faceva penitenze e innalzava sacrifici al Signore. Finalmente un angelo gli apparve in sogno e gli preannunciò che sarebbe diventato padre, perché Dio gli avrebbe dato la discendenza che si conviene ai giusti. Anche Anna pregava per avere un figlio e un angelo del Signore apparve anche a lei per annunciare che il Signore aveva esaudito la sua preghiera. Gioacchino pertanto ritornò a Gerusalemme per raggiungere Anna che a sua volta si era messa in movimento per andargli incontro. I due si incontrarono alla Porta Aurea di Gerusalemme e i commentatori medievali videro nel loro casto bacio il momento dell’immacolato concepimento di Maria che sarebbe nata dopo nove mesi e ancor giovinetta sarebbe stata presentata al tempio, secondo la promessa fatta da entrambi i genitori. Comunque siano andate le cose, Anna divenne la madre della Vergine Maria, la quale è stata preservata immune dal peccato originale fin dal primo istante del suo concepimento.
Anche se il dogma dell’Immacolata Concezione fu proclamato da Pio IX nel 1854 con la bolla “Ineffabilis Deus” e nella devozione cattolica l'Immacolata è collegata con le apparizioni di Lourdes (1858) e iconograficamente con le precedenti apparizioni di Rue du Bac a Parigi (1830), questa verità è sempre stata creduta dalla Chiesa fin dai primi tempi. La Chiesa, infatti, insegna che la Vergine Maria, pur essendo stata concepita dai suoi genitori, Gioacchino ed Anna, così come vengono concepite tutte le creature umane, non è mai stata toccata dal peccato originale fin dal primo istante del suo concepimento. Tutto questo perché la Vergine Maria non solo avrebbe dovuto concepire il Verbo incarnato e quindi portare con sé, nel Suo Grembo, il Dio fattosi uomo; ma anche perché avrebbe dovuto dare al Verbo incarnato la natura umana. Il catechismo afferma che Gesù Cristo è vero Dio ma anche vero uomo, nell’unico soggetto che è divino. Non si può pensare che Dio, somma perfezione e somma purezza, possa aver ricevuto la natura umana da una creatura toccata – anche se brevemente – dal peccato e, quindi, in quanto tale, soggetta in qualche modo all’azione del Maligno.
Anna, che in ebraico significa “grazia”, ha avuto la grazia di dare alla luce e stringere fra le sue braccia colei che verrà proclamata “benedetta fra tutte le donne”. Anna ha accolto la grazia di Dio accettando la sua vocazione a diventare la madre di Maria e a nutrire ed educare la Madre del Salvatore. Sant’Anna – secondo l’espressione usata dal papa san Giovanni Paolo II, il 10 dicembre 1978, nella sua prima visita alla parrocchia di Sant’Anna in Vaticano – ha avuto il privilegio di essere “la prima ad insegnare a Maria, sua figlia, come essere madre”. E se la Chiesa ama, onora, glorifica la Vergine Maria, non può non pregare ed onorare la madre di lei, sant’Anna. La sua intercessione è certamente utile ed efficace per ottenere grazie e benedizioni per la nostra vita spirituale e cristiana perché ci raccomanda contemporaneamente a Gesù e a Maria. Per questo il suo culto è molto antico ed ininterrotto e si è esteso a tutta la Chiesa da Oriente a Occidente. Tutti noi abbiamo bisogno di essere forti nello spirito per essere fedeli a Cristo, al suo Vangelo e alla sua Chiesa. Sant’Anna ci offre un esempio delle virtù di moglie e di madre, di profonda fede e pietà, di accettazione della volontà divina, di fiduciosa preghiera e di contemplazione delle grandi opere del Signore. Anche il sommo poeta Dante nella Divina Commedia ricorda la figura di sant’Anna in Paradiso tutta dedita a contemplare la gloria di Maria (Paradiso 32, 133-135):
“Di contr’a Pietro vedi sedere Anna,
tanto contenta di mirar sua figlia
che non move occhio per cantare osanna”.


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Messaggio  don.battista Lun 24 Lug - 22:25

Maurizio.Pengo ha scritto:SANT’ANNA MADRE DI MARIA

Anna è la sposa di Gioacchino, la madre di Maria e la nonna di Gesù. Il suo nome non compare nei vangeli, ma la sua storia è narrata negli apocrifi e molti episodi della sua vita sono stati illustrati dai più grandi artisti. Celebre è il ciclo di affreschi di Giotto nella cappella degli Scrovegni a Padova.
Secondo la tradizione Anna e Gioacchino, con la piccola Maria, abitavano a Gerusalemme nei pressi della Piscina Probatica, dove nel XII secolo i crociati costruirono la bellissima chiesa dedicata a Sant’Anna che ancor oggi è il centro principale del suo culto. La festa di Anna e Gioacchino, nonni di Gesù, è celebrata ogni anno il 26 luglio ed è una ricorrenza speciale per ricordare anche tutti nostri nonni. Secondo la fonte più antica, il Protovangelo di Giacomo, Gioacchino era un uomo pio e molto ricco, che faceva generose offerte al tempio, ma era privo di discendenza in quanto sterile. Un giorno le sue offerte non vennero accolte e lui fu cacciato dal tempio e umiliato proprio perché, pur amando profondamente la moglie Anna, non aveva figli. Allora fuggì da Gerusalemme e si rifugiò per quaranta giorni tra i pastori del deserto dove pregava insistentemente, faceva penitenze e innalzava sacrifici al Signore. Finalmente un angelo gli apparve in sogno e gli preannunciò che sarebbe diventato padre, perché Dio gli avrebbe dato la discendenza che si conviene ai giusti. Anche Anna pregava per avere un figlio e un angelo del Signore apparve anche a lei per annunciare che il Signore aveva esaudito la sua preghiera. Gioacchino pertanto ritornò a Gerusalemme per raggiungere Anna che a sua volta si era messa in movimento per andargli incontro. I due si incontrarono alla Porta Aurea di Gerusalemme e i commentatori medievali videro nel loro casto bacio il momento dell’immacolato concepimento di Maria che sarebbe nata dopo nove mesi e ancor giovinetta sarebbe stata presentata al tempio, secondo la promessa fatta da entrambi i genitori. Comunque siano andate le cose, Anna divenne la madre della Vergine Maria, la quale è stata preservata immune dal peccato originale fin dal primo istante del suo concepimento.
Anche se il dogma dell’Immacolata Concezione fu proclamato da Pio IX nel 1854 con la bolla “Ineffabilis Deus” e nella devozione cattolica l'Immacolata è collegata con le apparizioni di Lourdes (1858) e iconograficamente con le precedenti apparizioni di Rue du Bac a Parigi (1830), questa verità è sempre stata creduta dalla Chiesa fin dai primi tempi. La Chiesa, infatti, insegna che la Vergine Maria, pur essendo stata concepita dai suoi genitori, Gioacchino ed Anna, così come vengono concepite tutte le creature umane, non è mai stata toccata dal peccato originale fin dal primo istante del suo concepimento. Tutto questo perché la Vergine Maria avrebbe dovuto concepire nella natura umana e portare con sé, nel Suo Grembo, il Figlio di Dio. Il catechismo infatti afferma che Gesù Cristo è vero Dio ma anche vero uomo, nell’unica persona. Non si può pensare che Dio, somma perfezione e somma purezza, possa aver ricevuto la natura umana da una creatura toccata – anche se brevemente – dal peccato e, quindi, in quanto tale, soggetta in qualche modo all’azione del Maligno.
Anna, che in ebraico significa “grazia”, ha avuto la grazia di dare alla luce e stringere fra le sue braccia colei che verrà proclamata “benedetta fra tutte le donne”. Anna ha accolto la grazia di Dio accettando la sua vocazione a diventare la madre di Maria e a nutrire ed educare la Madre del Salvatore. Sant’Anna – secondo l’espressione usata dal papa san Giovanni Paolo II, il 10 dicembre 1978, nella sua prima visita alla parrocchia di Sant’Anna in Vaticano – ha avuto il privilegio di essere “la prima ad insegnare a Maria, sua figlia, come essere madre”. E se la Chiesa ama, onora, glorifica la Vergine Maria, non può non pregare ed onorare la madre di lei, sant’Anna. La sua intercessione è certamente utile ed efficace per ottenere grazie e benedizioni per la nostra vita spirituale e cristiana perché ci raccomanda contemporaneamente a Gesù e a Maria. Per questo il suo culto è molto antico ed ininterrotto e si è esteso a tutta la Chiesa da Oriente a Occidente. Tutti noi abbiamo bisogno di essere forti nello spirito per essere fedeli a Cristo, al suo Vangelo e alla sua Chiesa. Sant’Anna ci offre un esempio delle virtù di moglie e di madre, di profonda fede e pietà, di accettazione della volontà divina, di fiduciosa preghiera e di contemplazione delle grandi opere del Signore. Anche il sommo poeta Dante nella Divina Commedia ricorda la figura di sant’Anna in Paradiso tutta dedita a contemplare la gloria di Maria (Paradiso 32, 133-135):
“Di contr’a Pietro vedi sedere Anna,
tanto contenta di mirar sua figlia
che non move occhio per cantare osanna”.

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Ho corretto alcune espressioni teologiche. ok si può stampare

don.battista

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