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LA NASCITA DI MARIA – Giovanni Battista de Lambranzi – 1688 – Piove di Sacco – duomo (circa m. 5x3).

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Messaggio  federico.meneghello Lun 1 Feb - 7:34

E' un'opera di grandi dimensioni posta sopra la porta nord del duomo piovese ma proviene, come le altre quattro di simili dimensioni che lì stanno, dalla vicina chiesa di Santa Maria dei Penitenti, meglio conosciuta come chiesuola, dove ce ne stanno altre due di più modeste dimensioni. Tutte, e dunque anche questa, sviluppano un tema mariano perché volute dalla Confraternita dei Penitenti che fin dalla metà del '200 reggeva quel luogo e che si appellava proprio alla Madonna.
L'affezione dei piovesi di quel tempo per la Vergine dev'essere stata davvero forte per aver deciso di commissionare tali grandissime tele che quasi ricoprivano del tutto le pareti della chiesuola. E, alla fine, i confratelli dovettero essere ben soddisfatti per avere "aggiornato" ai gusti dell'epoca il loro luogo di culto. Già, quale gusto? Quale tendenza artistica? Era il "Barocco", cioè quell'arte che, distaccandosi dallo stile precedente, più sobrio e somigliante alla natura, s'inalbera invece in mille volute che dilatano le rappresentazioni e quindi anche le sensazioni, illustrando in questo caso un fatto naturale come la nascita di una creatura in un'esperienza quasi da palcoscenico. Purtroppo però quella era anche la vita del tempo nel quale il "gran mondo" (cioè i ricchi) viveva una vita totalmente pervasa dalle apparenze. Basta pensare al Re Sole di Francia o alla corte dogale di Venezia dove tutta la vita dell'alta società  era orientata agli effetti dei "nei e cicisbei". E questa filosofia di vita si rifletteva necessariamente in tutte le forme dell'arte, e quindi anche nella nostra tela del duomo, dove perciò la finzione artitica si distacca di molto dalla realtà di duemila anni fa, quando nasceva Maria, riproducendola qui in maniera per così dire "aggiornata".
Ma com'erano le condizioni materiali e sociali in cui nacque Maria? Sappiamo dai Vangeli che gli anziani genitori erano Gioacchino ed Anna; il primo, sacerdote del tempio e quindi di posizione leggermente superiore alla media ma non certo elevata; la seconda senza particolari riferimenti e quindi molto probabilmente donna di casa. Sicuramente avranno abitato una tipica casupola del medio oriente strutturata attorno ad un cortile, con tetto a terrazzo e un'unica apertura sulla pubblica via che serviva da ingresso per persone e animali. Vista la posizione sociale, la famiglia di Gioacchino avrà avuto qualche modesta servitù domestica, anche per alleviare le fatiche della gravidanza alla vecchia sposa. Di sicuro, come avviene da millenni per la razza umana, al momento del parto qualche donna, parente o vicina di casa, sarà stata presente; lo stesso infatti fece Maria con sua cugina Elisabetta. Tutto comunque non poteva che avvenire nella semplicità e nell'umiltà della famiglia racchiusa strettamente tra le mura domestiche.
Cosa ci mostra invece il nostro pittore nell'enorme quadro del duomo piovese?
Il fatto rimane ovviamente sempre quello: la nascita; ma il contesto e l'atmosfera in cui si svolge è sostanzialmente diverso. Qui non c'è nulla di riservato ed umile, ma è invece evidente lo sfarzo e la confusione, tipici di un evento mondano dell'epoca barocca. Osserviamo ad esempio l'ambiente. Il lieto evento avviene un una stanza dalle altissime pareti intonacate a marmorino e provviste di nicchie in cui sono collocate statue. In alto a sinistra una porta spalancata e incorniciata da colonne come un arco di trionfo lascia intravedere un atrio soleggiato separato dalla pubblica via da una solenne arcata. In basso a sinistra il fuoco arde dentro ad un camino monumentale sormontato da un ritratto di donna. Nell'ambiente i personaggi (oltre 30 persone!) si dividono in due gruppi, quelli attorno alla neonata e quelli attorno alla puerpera. I primi si accalcano dietro alle levatrici, mentre costoro, vicine al fuoco, accostano panni caldi alla bambina appena lavata. I secondi si complimentano con la puerpera mentre una cameriera, di spalle, porge il consueto brodino caldo e leggero. Contuinua comunque ad arrivare gente; infatti dalla porta stanno entrando ben cinque nuovi ospiti, a conferma che alla fine del '600 la nascita, in una famiglia di rango, era un evento pubblico. Un particolare però ci fa comprendere appieno che nella scena tutto è subordinato alla neonata, peraltro raffigurata molto di scorcio; il fatto che i genitori, tutto sommato sono confinati in secondo piano: Anna, benché adagiata su tre materassi, è in totale penombra sotto l'enorme baldacchino di stoffa; mentre Gioacchino, seppure seduto su una monumentale seggiola, guarda nervoso la moglie e ci mostra perciò  solo la nuca. Due adulti senza volto e una bambina raffigurata di scorcio. Come interpretare la volontà dell'artista che qui ci interpella con tre protagonisti dal volto sostanzialmente anonimo?
Il mistero si risolve osservando l'opera con uno sguardo d'insieme, perché il pittore, omettendo di porre in risalto i personaggi principali (Maria, Anna e Gioacchino) ed evidenziando invece il contesto, volutamente adeguato ai suoi tempi, fa capire ai committenti e a quanti andavano in chiesuola alla fine del '600, la sua intenzione di illustrare non la nascita di una comune bambina di duemila anni fa ma quella di una persona straordinaria e di altissimo rango. La nascita di una regina.

Mario Miotto

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LA NASCITA DI MARIA – Giovanni Battista de Lambranzi – 1688 – Piove di Sacco – duomo (circa m. 5x3). Empty La nascita di Maria

Messaggio  don.battista Mar 2 Feb - 18:39

federico.meneghello ha scritto:E' un'opera di grandi dimensioni posta sopra la porta nord del duomo piovese ma proviene, come le altre quattro di simili dimensioni che lì stanno, dalla vicina chiesa di Santa Maria dei Penitenti, meglio conosciuta come chiesuola, dove ce ne stanno altre due di più modeste dimensioni. Tutte, e dunque anche questa, sviluppano un tema mariano perché volute dalla Confraternita dei Penitenti che fin dalla metà del '200 reggeva quel luogo e che si appellava proprio alla Madonna.
L'affezione dei piovesi di quel tempo per la Vergine dev'essere stata davvero forte per aver deciso di commissionare tali grandissime tele che quasi ricoprivano del tutto le pareti della chiesuola. E, alla fine, i confratelli dovettero essere ben soddisfatti per avere "aggiornato" ai gusti dell'epoca il loro luogo di culto. Già, quale gusto? Quale tendenza artistica? Era il "Barocco", cioè quell'arte che, distaccandosi dallo stile precedente, più sobrio e somigliante alla natura, s'inalbera invece in mille volute che dilatano le rappresentazioni e quindi anche le sensazioni, illustrando in questo caso un fatto naturale come la nascita di una creatura in un'esperienza quasi da palcoscenico. Purtroppo però quella era anche la vita del tempo nel quale il "gran mondo" (cioè i ricchi) viveva una vita totalmente pervasa dalle apparenze. Basta pensare al Re Sole di Francia o alla corte dogale di Venezia dove tutta la vita dell'alta società  era orientata agli effetti dei "nei e cicisbei". E questa filosofia di vita si rifletteva necessariamente in tutte le forme dell'arte, e quindi anche nella nostra tela del duomo, dove perciò la finzione artistica si distacca di molto dalla realtà di duemila anni fa, quando nasceva Maria, riproducendola qui in maniera per così dire "aggiornata".
Ma com'erano le condizioni materiali e sociali in cui nacque Maria? Sappiamo dai Vangeli che gli anziani genitori erano Gioacchino ed Anna; il primo, sacerdote del tempio e quindi di posizione leggermente superiore alla media ma non certo elevata; la seconda senza particolari riferimenti e quindi molto probabilmente donna di casa. Sicuramente avranno abitato una tipica casupola del medio oriente strutturata attorno ad un cortile, con tetto a terrazzo e un'unica apertura sulla pubblica via che serviva da ingresso per persone e animali. Vista la posizione sociale, la famiglia di Gioacchino avrà avuto qualche modesta servitù domestica, anche per alleviare le fatiche della gravidanza alla vecchia sposa. Di sicuro, come avviene da millenni per la razza umana, al momento del parto qualche donna, parente o vicina di casa, sarà stata presente; lo stesso infatti fece Maria con sua cugina Elisabetta. Tutto comunque non poteva che avvenire nella semplicità e nell'umiltà della famiglia racchiusa strettamente tra le mura domestiche.
Cosa ci mostra invece il nostro pittore nell'enorme quadro del duomo piovese?
Il fatto rimane ovviamente sempre quello: la nascita; ma il contesto e l'atmosfera in cui si svolge è sostanzialmente diverso. Qui non c'è nulla di riservato ed umile, ma è invece evidente lo sfarzo e la confusione, tipici di un evento mondano dell'epoca barocca. Osserviamo ad esempio l'ambiente. Il lieto evento avviene un una stanza dalle altissime pareti intonacate a marmorino e provviste di nicchie in cui sono collocate statue. In alto a sinistra una porta spalancata e incorniciata da colonne come un arco di trionfo lascia intravedere un atrio soleggiato separato dalla pubblica via da una solenne arcata. In basso a sinistra il fuoco arde dentro ad un camino monumentale sormontato da un ritratto di donna. Nell'ambiente i personaggi (oltre 30 persone!) si dividono in due gruppi, quelli attorno alla neonata e quelli attorno alla puerpera. I primi si accalcano dietro alle levatrici, mentre costoro, vicine al fuoco, accostano panni caldi alla bambina appena lavata. I secondi si complimentano con la puerpera mentre una cameriera, di spalle, porge il consueto brodino caldo e leggero. Continua comunque ad arrivare gente; infatti dalla porta stanno entrando ben cinque nuovi ospiti, a conferma che alla fine del '600 la nascita, in una famiglia di rango, era un evento pubblico. Un particolare però ci fa comprendere appieno che nella scena tutto è subordinato alla neonata, peraltro raffigurata molto di scorcio; il fatto che i genitori, tutto sommato sono confinati in secondo piano: Anna, benché adagiata su tre materassi, è in totale penombra sotto l'enorme baldacchino di stoffa; mentre Gioacchino, seppure seduto su una monumentale seggiola, guarda nervoso la moglie e ci mostra perciò  solo la nuca. Due adulti senza volto e una bambina raffigurata di scorcio. Come interpretare la volontà dell'artista che qui ci interpella con tre protagonisti dal volto sostanzialmente anonimo?
Il mistero si risolve osservando l'opera con uno sguardo d'insieme, perché il pittore, omettendo di porre in risalto i personaggi principali (Maria, Anna e Gioacchino) ed evidenziando invece il contesto, volutamente adeguato ai suoi tempi, fa capire ai committenti e a quanti andavano in chiesuola alla fine del '600, la sua intenzione di illustrare non la nascita di una comune bambina di duemila anni fa ma quella di una persona straordinaria e di altissimo rango. La nascita di una regina.

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