editoriale giugno malattie spirituali

La malattie spirituali: i circoli chiusi

Tra le quindici malattie spirituali di cui papa Francesco parla nella Evangelii Gaudium, la malattia dei circoli chiusi occupa il quattordicesimo posto, inserita tra quella dell’accumulo e seguita da quella dell’esibizionismo e del profitto mondano.
Secondo papa Francesco si tratta di una malattia dove l’appartenenza al gruppo diventa più forte della appartenenza alla Chiesa e a Cristo stesso. E una forma di schiavitù di carattere religioso, una delle forme peggiori di schiavitù. Che la religione possa portare alla schiavitù anziché alla liberazione è un rischio che ogni forma di fede, sia politica sia religiosa, può correre.
Ci sono forme eclatanti di schiavitù che sfruttano basi religiose, molte sette fanno parte di questo gruppo: dove l’appartenenza è superiore a qualsiasi altro principio e dove la sudditanza alla volontà del capo o dei capi viene prima della coscienza e a scapito della coscienza.
Nella chiesa possiamo avere alcune deviazioni verso gruppi che da religiosi diventano antireligiosi, e formazione di gruppi che nascono a difesa di interessi o debolezze particolari: ecco allora nascere delle lobbies anziché delle comunità.
L’opposto della comunità cristiana è proprio il gruppo chiuso: che può essere incentrato su una persona particolare, magari anche con doti carismatiche, che prima attira e poi condiziona pesantemente le persone; può essere incentrato sulla appartenenza ideologica, di progressisti o di tradizionalisti, dove la base non è il Vangelo, ma l’ideologia; che può essere costruito sulle differenze di genere, e allora avremo le lobbies gay e simili che promuoveranno non tanto il vangelo quanto le proprie idee a servizio e a giustificazione del proprio modo di pensare; oppure avremo le lobbies di potere e di prestigio che promuoveranno carriere orientate a costruire una rete di sostegno e protezione reciproca; in alcuni ambienti si parla persino dell’esistenza di una loggia massonica di soli chierici.
Tutto fuorché il Vangelo, ma tutto sfruttando il Vangelo: uno dei modi peggiori di vivere il cristianesimo.
Purtroppo negli ultimi anni alcuni di questi gruppi hanno spadroneggiato fin troppo all’interno della Chiesa, a tutti i livelli, dalla periferia fino al centro, dai laici agli Ordini religiosi e al clero diocesano.
Papa Giovanni Paolo II purtroppo si è in parte disinteressato di questi problemi, soprattutto quelli che riguardavano la Curia romana, preoccupato di privilegiare la missionarietà e una visione molto ampia della cattolicità. Con il risultato di un peggioramento grave di questi problemi, manifestatosi nel radicamento dei gruppi, anche di quelli peggiori, in molti gangli della chiesa.
Papa Benedetto ha cercato di combatterli, alla fine però ha dovuto cedere lui. Ora comunque il problema è esploso nella chiesa. Finalmente lo si sta affrontando con decisione come nel caso della pedofilia.
Ma riguardo ai gruppi chiusi c’è ancora molta lentezza se non latitanza: troppi gruppi di cristiani, tipo quelli della chiesa “fai da te”, sono ancora attivi e sostenuti a volte anche da sacerdoti e vescovi perché magari garantiscono una presenza nelle chiese. Ma alla fine sono quelli che allontanano dalla chiesa e la fanno diventare una setta chiusa su se stessa.
Anche alcuni movimenti rischiano di essere funzionali a questo tipo di chiesa non-chiesa, specie quelli che pensano di avere l’esclusiva del messaggio evangelico, o quelli che fanno chiesa per conto proprio.
C’è bisogno di molta cura e di molta attenzione riguardo a questo tipo di malattia che contamina ogni livello ecclesiale. La chiesa non potrà mai essere un gruppo chiuso, non dovrà mai essere condizionata da forme e persone che non tengono conto dello Spirito santo.
p. Cristiano