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Papa Ratzinger Joseph

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Messaggio  Ospite Mar 6 Ott - 13:57

Papa Ratzinger Joseph
Joseph Ratzinger nasce il 16 aprile del 1927 nella bassa Baviera. È nominato alla cattedra di teologia dogmatica di Tubinga, dopo essere stato ordinato sacerdote qualche anno prima. E’ un eminente teologo, difensore della ortodossia cattolica, ma anche un grande intellettuale, ponendo la sua cultura, la sua profondità spirituale a servizio della fede. E’ anche teologo alla facoltà di Ratisbona. Da Paolo VI è nominato arcivescovo di Monaco e dallo stesso Papa riceve l’anello cardinalizio. Dopo la morte di papa Giovanni Paolo II, viene eletto pontefice il 19 aprile del 2005. Sceglie lo stesso nome di un grande Papa del Novecento, Benedetto XV, che ha fatto coincidere il suo breve pontificato con gli anni travagliati della prima guerra mondiale, un autentico “Profeta di Pace”, e allo stesso tempo vuole evocare il grande santo Benedetto da Norcia, padre del monachesimo occidentale, generatore della diffusione del cristianesimo antico in Europa. Un pontefice di una dimensione intellettuale elevatissima, forse eurocentrico, ma intuisce che l’Europa avrebbe potuto essere il modello di un cristianesimo vivo, pulsante, che avrebbe dovuto imporsi sui lati negativi della secolarizzazione, invita spesso al rispetto di tutte le religioni, il suo avvicinamento alla chiesa ortodossa è molto forte, così pure con l’anglicanesimo, condanna il relativismo, cerca una conciliazione tra fede e ragione, la sua concezione della morale sessuale è ortodossa come il suo predecessore, del quale non ha tuttavia lo stesso carisma mediatico. Ma c’è in lui l’umiltà dello studioso indefesso, del ricercatore senza tregua, il Papa teologo per eccellenza, amante dell’arte e del bello. E il cristianesimo è anche bellezza, Dio è bello e dove c’è bellezza c’è Dio, l’artefice di un creato bello e buono. Ricordiamo i suoi tanti viaggi apostolici, soprattutto il suo viaggio a Cuba, in Terra Santa, in Angola. Ha sempre dimostrato solidarietà agli ebrei vittime dell’eccidio nazista, quella follia che il Papa tedesco ha identificato con il male. La chiesa ha avviato con Benedetto una essenziale opera di trasparenza e pulizia, e nell’anniversario dei Patti Lateranensi, febbraio 2013, avviene l’annuncio della sua abdicazione. Il difensore della ortodossia passerà alla storia del papato per la sua finale trasgressione, che trasgressione non è perché viene contemplata dal diritto canonico. Il destino di Benedetto sarà quello di studiare e meditare, isolandosi proprio accanto a quel potere vaticano che ha cercato di scrollarsi di dosso nel modo più clamoroso. L’11 febbraio ricorda anche la prima apparizione alla Vergine di Lourdes che era stata dichiarata, dal suo predecessore, la giornata del malato. E lui ha dichiarato la sua ”infirmitas” di vegliardo proprio quel giorno dedicato alla Madonna di Lourdes, protettrice degli ammalati. Una solidarietà fraterna per coloro che, per malattie e anni, non possono più contare sulle proprie forze. Nel suo breve pontificato era divenuto il bersaglio di tanti stolti, troppo intellettuale per essere compreso, troppo signorile per non essere dileggiato dalla supponenza di chi è ignorante teologicamente, vittima dei perbenismi che lo circondavano. Al di là di tutti i giudizi dobbiamo riflettere che con la sua abdicazione si è riappropriato della propria umanità. Il Papa conservatore ha fatto, con il suo gesto, comprendere al mondo che idolatrare il ruolo è insensato, urge invece un rispetto incondizionato per l’Uomo. La Madonna ha rappresentato il filo rosso della sua vita dedita perennemente allo studio, ai sublimi ragionamenti su Dio. Nel suo pellegrinaggio a Fatima ha implorato la misericordia di Maria su chi commette il male mascherato da virtù, sui potenti che usano il loro potere per gratificare il proprio ego, pregando la grande Mediatrice che possa convertire non solo coloro che sono fuori dalla Chiesa ma soprattutto coloro che la infangano all’interno con azioni incoerenti e vergognose. Con la sua dolcezza giustamente fustigava gli schiavi del materialismo, dell’idolatria del denaro, che spesso si dichiarano cattolici. Un saluto al Papa Emerito, non più successore di Pietro ma sempre Vicario. Ora si trova fuori dalle stanze fastose e tristi dei palazzi. Ora, nella sua semplicità e solitudine serena, in un insignificante angolo del Vaticano, è sempre in contatto con la sua Madonna che lo ha confortato nei momenti difficili, forse sta progettando di scrivere un ennesimo libro, magari su santa Ildegarda, intellettuale quanto lui, monaca, erborista, filosofa, protettrice dell’esperanto, antesignana dell’Europa, devotissima alla Madonna. Ti salutiamo, Benedetto, infondici il bagliore della tua sapienza, la tua predisposizione a cogliere la bellezza !
Sante Rodella

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Messaggio  don.battista Gio 8 Ott - 23:00

manlio.zecchin ha scritto:Papa Ratzinger Joseph
Joseph Ratzinger nasce il 16 aprile del  1927 nella bassa Baviera.  È nominato alla cattedra di teologia dogmatica di Tubinga, dopo essere stato ordinato sacerdote qualche anno prima. E’ un eminente teologo, difensore della ortodossia cattolica, ma anche un grande intellettuale, ponendo la sua cultura, la sua profondità spirituale a servizio della fede.  E’ anche teologo alla facoltà di Ratisbona.  Da  Paolo VI è  nominato arcivescovo di Monaco e dallo stesso Papa riceve l’anello cardinalizio. Dopo la morte di papa Giovanni Paolo II, viene eletto pontefice il 19 aprile del 2005. Sceglie lo stesso nome di un grande Papa del Novecento, Benedetto XV, che ha fatto coincidere il suo breve pontificato con gli anni travagliati della prima guerra mondiale, un autentico “Profeta di Pace”, e allo stesso tempo vuole evocare il grande santo Benedetto da Norcia, padre del monachesimo occidentale,  generatore della diffusione del cristianesimo antico in Europa. Un pontefice di una dimensione intellettuale elevatissima, forse eurocentrico, ma intuisce che l’Europa avrebbe potuto essere il modello di un cristianesimo vivo, pulsante, che avrebbe dovuto imporsi sui lati negativi della secolarizzazione, invita spesso al rispetto di tutte le religioni, il suo avvicinamento alla chiesa ortodossa è molto forte, così pure con l’anglicanesimo, condanna il relativismo, cerca una conciliazione tra fede e ragione, la sua concezione della morale sessuale è ortodossa come il suo predecessore, del quale non ha tuttavia lo stesso carisma mediatico.  Ma c’è in lui l’umiltà dello studioso indefesso, del ricercatore senza tregua, il Papa teologo per eccellenza, amante dell’arte e del bello. E il cristianesimo è anche bellezza, Dio  è bello e dove c’è bellezza c’è Dio, l’artefice di un creato bello e buono.  Ricordiamo i suoi tanti viaggi apostolici, soprattutto il suo viaggio a Cuba, in Terra Santa, in Angola. Ha sempre dimostrato solidarietà agli ebrei vittime dell’eccidio nazista, quella follia che il Papa tedesco ha identificato con il male. La chiesa ha avviato con Benedetto una essenziale opera di trasparenza e pulizia, e nell’anniversario dei Patti Lateranensi, febbraio 2013, avviene l’annuncio della sua abdicazione. Il difensore della ortodossia passerà alla storia del papato per la sua finale trasgressione, che trasgressione non è perché viene contemplata dal diritto canonico. Il destino di Benedetto sarà quello di studiare e meditare, isolandosi proprio accanto a quel potere vaticano che ha cercato di scrollarsi di dosso nel modo più clamoroso. L’11 febbraio ricorda anche la prima apparizione alla Vergine di Lourdes che era stata dichiarata, dal suo predecessore, la giornata del malato. E lui ha dichiarato la sua ”infirmitas” di vegliardo proprio quel giorno dedicato alla Madonna di Lourdes, protettrice degli ammalati. Una solidarietà fraterna per coloro  che, per malattie e anni, non possono più contare sulle proprie forze. Nel suo breve pontificato era divenuto il bersaglio di tanti stolti, troppo intellettuale per essere compreso, troppo signorile per non essere dileggiato dalla supponenza di chi è ignorante teologicamente,  vittima dei perbenismi che lo circondavano. Al di là di tutti i giudizi dobbiamo riflettere che con la sua abdicazione si è riappropriato della propria umanità. Il Papa conservatore ha fatto, con il suo gesto, comprendere al mondo che idolatrare il ruolo è insensato, urge invece un rispetto incondizionato per l’Uomo.  La Madonna ha rappresentato il filo rosso della sua vita dedita perennemente allo studio, ai sublimi ragionamenti su Dio. Nel suo pellegrinaggio a Fatima ha implorato la misericordia di Maria su chi commette il male mascherato da virtù, sui potenti che usano il loro potere per gratificare il proprio ego, pregando la grande  Mediatrice che possa convertire non solo coloro che sono fuori dalla Chiesa ma soprattutto coloro che la infangano all’interno con azioni incoerenti e vergognose. Con la sua dolcezza giustamente fustigava gli schiavi del materialismo, dell’idolatria del denaro, che spesso si dichiarano cattolici. Un saluto al Papa Emerito, non più successore di Pietro ma sempre Vicario. Ora si trova fuori dalle stanze fastose e tristi dei palazzi. Ora, nella sua semplicità e solitudine serena, in un insignificante angolo del Vaticano, è sempre in contatto con la sua Madonna che lo ha confortato nei momenti difficili, forse sta progettando di scrivere un ennesimo libro, magari su santa Ildegarda, intellettuale quanto lui, monaca, erborista, filosofa, protettrice dell’esperanto, antesignana dell’Europa, devotissima alla Madonna. Ti salutiamo, Benedetto, infondici il bagliore della tua sapienza, la tua predisposizione a cogliere la bellezza !
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