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La chiesa e il “68”

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Messaggio  federico.meneghello Sab 14 Lug - 12:58


Il cinquantennio del” 68” ci fa riflettere su questo movimento internazionale che ha segnato un’epoca…. Qualcuno ha detto che dopo il” 68” gli uomini hanno iniziato a guardarsi allo specchio…. Il regista francese Louis Malle aveva proclamato che ci vorrebbe un” 68” ogni quattro anni per dare continuamente vigore alla società… Un “68” esaltato, inneggiato, da molti demonizzato…. Il ricordo nei giovani non esiste, forse viene presentato a scuola nei libri di storia.. Un” 68” a volte mitizzato visto come una primavera irruenta che ha dato uno scossone alla cultura dominante, presentandosi spesso come una rivoluzione antropologica. Quelli che hanno vissuto il” 68” in prima persona sono ormai signori e signore circa settantenni e più e si avviano verso l’età della saggezza, della pacatezza, a volte qualche incendiario è divenuto pompiere, resiste il ricordo di essere stati sulle piazze a protestare, a contestare il sistema…. Ora sono in genere nonni borghesi i quali, deposte in parte le ideologie, si lasciano sedurre dalle perizie tecnologiche dei nipotini…Ma il problema che ci si pone è:” che cosa ha lasciato, che cosa è rimasto del controverso movimento che ha posto spesso i padri contro i figli, che ha giustificato in maniera decisa la lotta di classe, che aveva scelto come maestri Marx, Freud, e tanti altri rivoltosi, che inneggiava alla libertà sessuale, che criticava una certa ipocrisia nelle istituzioni, poneva in luce la contraddizioni della classi dirigenti, pregno di una ideologia spesso manichea, che non lasciava spazio alla mediazione???” il” 68” è stata indubbiamente una rivoluzione e tale termine spaventa un poco la Chiesa come gerarchia, ma non si dimentichi che nel messaggio biblico- cristiano lo stesso movimento profetico era rivoluzionario, apocalittico, contestatore delle “ varie auctoritates” che presentavano contraddizioni e inadempienze nei riguardi del popolo, spesso povero e oppresso da regnanti senza scrupoli che abusavano del loro potere…..Il concilio Vaticano II ha preceduto di poco il 68, concluso da papa Paolo Vi, grande personaggio, incompreso da molti, il quale si presenta all’O.N.U come fratello, come uomo come colui che non ha alcun potere temporale…. Non dimentichiamo che Paolo vi, al secolo Montini, era stato il Papa del periodo del” 68”, scambiato ottusamente per un conservatore, lui che era stato un rivoluzionario, per lo meno un coraggioso, lui che tra i pochi della gerarchia ecclesiastica al tempo del primo concordato del 1929, aveva posto in evidenza le ambiguità del fascismo, il suo anticristianesimo di fondo, inimicandosi una larga parte della gerarchia ecclesiastica…. Aveva invece gli occhi da lince: non scorgeva affatto in Benito Mussolini Il “messia”…. Colui che avrebbe sanato le sorti della Chiesa….Nessuno può negare che il concilio Vaticano II abbia rappresentato la primavera della Chiesa… Una certa stampa laicista ha strumentalizzato le decisioni del concilio, ma si viveva in una epoca di ribellismo doveroso, a volte fine a se stesso…… Indubbiamente il vento del concilio non era spirato invano…. Anzi…. Gli effetti sono stati immediati…. La dimensione comunitaria della chiesa era valorizzata, si imponeva una nuova figuradel sacerdote, meno ieratico, ma più attento alle esigenze della comunità… Le donne lentamente venivano accettate nella dimensione del servizio parrocchiale, il cammino della parità tra sessi è lento, tortuoso, ma incontrovertibile…Alcune diocesi italiane già dagli anni settanta reclutavano laici, uomini e donne, nell’insegnamento della religione cattolica nelle scuole. La prima fu la sorella dell’attore cinematografico Alberto Sordi…..I conservatori si scandalizzavano delle prima messe in lingua nazionale, scorgendole come una offesa al latino, alcuni venivano destabilizzati dal prete che nella celebrazione delle messe si rivolgeva ai fedeli…. Novità di una grande e importante valenza simbolica ..Ma forse a pochi veniva in mente che le rivoluzionaria età del “68” si incarna in Gesù che banchettava con prostitute e peccatori, che aveva parificato l’uomo alla donna, che aveva relativizzato i legalismi, demolito i miti del clan, demolito le norme del puro e del’impuro, che aveva dato dignità ai bambini , che nell’antichità erano oggetti nelle mani del loro padre-padrone , che aveva riabilitato la malattia non più vista come punizione divina, che aveva enunciato la separazione tra stato e religione. “DATE A CESARE QUEL CHE E’DI CESARE: DATE A DIO QUEL CHE E’DI DIO. E che diceva di essere venuto per i malati non per i sani….. Quattro anni prima del 68 si profila la “ Lumen gentium”, costituzione pastorale del concilio ecumenico del Vaticano II, nella quale la chiesa è definata mistero, vigna, metafora splendida , viene citato il sacerdozio comune dei fedeli., il sacerdozio esercitato nei sacramenti- I l popolo di Dio viene considerato universale, alla faccia di tutti i particolarismi che sono molto di moda nell’epoca attuale….. E aggiungiamo la costituzione pastorale della Gaudium et Spes, altra emanazione del concilio, in cui il pontefice si rivolge al mondo intero, non solo al mondo cattolica, dove vengono deprecati gli sfruttamenti, proprietà private immense che comtrappongono alla povertà, alla fame, contestando la non equa distribuzione del reddito, denunciando fenomeni come la prostituzione e quella minorile, viste come onta della umanità, il tutto conseguenza di un liberismo selvaggio…. La chiesa abbraccia il mondo in un approccio antropologico, si schiera per i deboli, per gli oppressi , cerca soluzioni, per la prima volta le esigenze di una etica laica coincidono in parte con quelle di una etica cattolica…. Le divergenze rimangono, ma anche la convergenze, la chiesa si offre alle solitudini varie come compagna, come soccorritrice, deponendo per sempre immagini ieratiche anacronistiche….. E nio vediamo in papa Francesco una prosecuzione del” 68” , nella sua disinvolta semplicità, nel fare continuamente appello alla nostra interiorità, sminuendo i ruoli, ridimensionando i valori dell’apparenza. La Chiesa ha avuto nel Concilio ecumenico il suo “68”, e in chi è fedele ai valori del Vangelo, con forte adesione interiore…… e con coerenza……

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Messaggio  don.battista Dom 15 Lug - 13:33

federico.meneghello ha scritto:
Il cinquantennio del” 68” ci fa riflettere su questo movimento internazionale che ha segnato  un’epoca…. Qualcuno ha detto che dopo il” 68” gli uomini hanno iniziato a guardarsi allo specchio…. Il regista francese Louis Malle aveva proclamato che ci vorrebbe un” 68” ogni quattro anni per dare continuamente vigore alla società…  Un “68” esaltato, inneggiato, da molti demonizzato…. Il ricordo nei giovani non esiste, forse  viene presentato a scuola nei libri di storia.. Un” 68”  a volte mitizzato visto come una primavera irruenta che ha dato uno scossone alla cultura dominante, presentandosi spesso come una rivoluzione antropologica. Quelli che hanno vissuto il” 68” in prima persona  sono ormai signori e signore circa settantenni e più e si avviano verso l’età della saggezza, della pacatezza, a volte qualche incendiario è divenuto pompiere, resiste il ricordo di essere stati sulle piazze  a protestare, a contestare il sistema…. Ora sono in genere  nonni borghesi i quali, deposte in parte le ideologie, si lasciano sedurre dalle  perizie  tecnologiche  dei nipotini…Ma  il problema che ci si pone è:” che cosa ha lasciato, che cosa è rimasto del controverso movimento che ha posto spesso i padri contro i figli, che ha giustificato in maniera decisa la lotta di classe, che aveva scelto come maestri Marx,  Freud,  e tanti altri rivoltosi, che inneggiava alla libertà sessuale, che criticava una certa ipocrisia nelle istituzioni, poneva in luce le contraddizioni della classi dirigenti, pregno di una ideologia spesso manichea, che non lasciava spazio alla mediazione???” il” 68” è stata indubbiamente una rivoluzione e tale termine spaventa un poco la Chiesa come gerarchia, ma non si dimentichi che nel messaggio biblico- cristiano lo stesso movimento profetico era rivoluzionario, apocalittico, contestatore delle “ varie auctoritates” che  presentavano contraddizioni e inadempienze nei riguardi del popolo, spesso povero e oppresso da regnanti senza scrupoli che abusavano del loro potere…..Il concilio Vaticano II ha preceduto di  poco il 68, concluso da papa Paolo VI, grande personaggio, incompreso da molti, il quale si presenta all’O.N.U come fratello, come uomo come colui che non ha alcun potere temporale….

Non dimentichiamo che Paolo VI, al secolo Montini, era stato il Papa del periodo del” 68”, scambiato ottusamente per un conservatore, lui che era stato un rivoluzionario, per lo meno un coraggioso, lui che tra i pochi della gerarchia ecclesiastica al tempo del primo concordato del 1929, aveva posto in evidenza le  ambiguità del fascismo, il suo anticristianesimo di fondo, inimicandosi una larga parte della gerarchia ecclesiastica…. Aveva invece  gli occhi da lince: non scorgeva affatto in Benito Mussolini Il “messia”…. Colui che avrebbe sanato le sorti della Chiesa….Nessuno  può  negare che il concilio Vaticano II abbia rappresentato la primavera della Chiesa… Una certa stampa laicista ha strumentalizzato  le decisioni del concilio, ma si viveva in una epoca di ribellismo doveroso, a volte fine a se stesso…… Indubbiamente il vento del concilio non era spirato invano…. Anzi…. Gli effetti sono stati immediati…. La dimensione comunitaria della chiesa era valorizzata, si imponeva  una nuova figura del sacerdote, meno ieratico, ma più attento alle esigenze della comunità…  Le donne lentamente venivano accettate nella dimensione del servizio parrocchiale, il cammino della parità  tra sessi è lento, tortuoso, ma incontrovertibile…Alcune diocesi italiane già dagli anni settanta reclutavano laici, uomini e donne, nell’insegnamento della religione cattolica nelle scuole. La prima fu la sorella dell’attore cinematografico Alberto Sordi…..I conservatori si scandalizzavano delle prime messe in lingua nazionale, scorgendole  come una offesa al latino, alcuni venivano destabilizzati dal prete che nella celebrazione delle messe si rivolgeva ai fedeli…. Novità di una grande e importante valenza simbolica … Ma forse a pochi veniva in mente che la rivoluzionaria età del “68” si incarna in  Gesù che banchettava con prostitute e peccatori, che aveva parificato l’uomo alla donna, che aveva relativizzato i legalismi, demolito i miti del clan, demolito le norme del puro e dell’impuro, che aveva dato dignità ai bambini , che nell’antichità erano oggetti nelle mani del loro padre-padrone , che aveva riabilitato la malattia non più vista come punizione divina,  che aveva enunciato la separazione tra stato e religione. “DATE A CESARE QUEL CHE E’ DI CESARE: DATE A DIO QUEL CHE E’ DI DIO. E che diceva di essere venuto per i malati non per i sani….. Quattro anni prima del 68 si profila la “ Lumen gentium”, costituzione pastorale del concilio  ecumenico Vaticano II, nella quale la chiesa è definita mistero, vigna, metafora splendida , viene citato il sacerdozio comune dei fedeli., il sacerdozio esercitato nei sacramenti- Il popolo di Dio viene considerato universale, alla faccia di tutti i particolarismi che sono molto di moda nell’epoca attuale…..  E aggiungiamo la costituzione pastorale della Gaudium et Spes, altra emanazione del concilio, in cui il pontefice si rivolge al mondo intero, non solo al mondo cattolico,  dove vengono deprecati gli sfruttamenti, proprietà private immense che contrappongono alla povertà, alla fame, contestando la non equa distribuzione del reddito, denunciando fenomeni  come la prostituzione e quella minorile, viste come onta della umanità, il tutto conseguenza di un  liberismo selvaggio…. La chiesa abbraccia il mondo in un approccio antropologico, si schiera per i deboli, per gli oppressi , cerca soluzioni, per la prima volta le esigenze di una etica laica coincidono in parte con quelle di  una etica cattolica…. Le divergenze rimangono, ma anche la convergenze, la chiesa si offre alle solitudini varie come compagna, come soccorritrice, deponendo  per sempre immagini ieratiche anacronistiche…..  E noi vediamo in papa Francesco una prosecuzione del” 68” , nella sua disinvolta semplicità, nel fare continuamente appello alla nostra interiorità, sminuendo i ruoli, ridimensionando i valori dell’apparenza.  La Chiesa ha avuto nel Concilio ecumenico  il suo “68”, e in chi è fedele ai valori del Vangelo, con forte adesione interiore……  e con coerenza……

corretti errori di battuta. E' un articolo erudito, ma può essere stampato. D.Battista

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