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Messaggio  CristianoCavedon Sab 20 Apr - 8:28

Le malattie dell’anima: il clericalismo

Sono stato ordinato prete a Roma nel 1972 e nello stesso anno ebbi modo di partecipare a iniziative di impegno in cui credevo. Ne cito due. Un amico era obiettore di coscienza e in quei tempi l’obiezione di coscienza non era riconosciuta. Chi faceva l’obiettore veniva condannato al carcere militare. Così un giorno accompagnai al Tribunale Supremo Militare di Roma questo amico per il processo che doveva stabilire la sua condanna.
Arrivammo in Vespa, e davanti alla sede del tribunale incontrammo Marco Pannella che sosteneva il diritto di obiezione di coscienza.
Fummo fotografati, penso da incaricati dalla Questura. Ma non ci preoccupammo affatto.
Più avanti nell’anno reincontrai Marco Pannella perché facendo da accompagnatore al vescovo brasiliano Mons. Helder Camara, a Roma in attesa di essere ricevuto da Paolo VI, aveva voluto conoscere Pannella e le sue battaglie per i diritti che sosteneva in quel tempo.
Un altro episodio fu la visita di Van Thieu, dittatore sudvietnamita sostenuto dagli americani durante la guerra del Vietnam, al Papa Paolo VI. Un gruppo di circa 120 sacerdoti provenienti da tutta Italia facemmo una manifestazione silenziosa contro tale visita sfilando per le vie di Roma.
Avremmo voluto concludere la nostra dimostrazione in piazza san Pietro, ma ci fu vietato.
Anche in questo caso fummo fotografati ad uno ad uno e certamente schedati.
Dopo questi fatti dagli uffici del Vicariato, e cioè dagli uffici della Diocesi di Roma, partì una lettera anonima ma su carta intestata del Vicariato, contro di me e indirizzata in Vaticano presso la Congregazione dei Religiosi per denunciarmi di anticlericalismo e di antimilitarismo.
Il mio priore generale di allora, un frate statunitense ora defunto, fu chiamato in Vaticano per rispondere di me e delle accuse che mi venivano rivolte.
Prima di andare in Vaticano il priore generale venne a cercarmi e a chiedermi che cosa avevo combinato a Roma in quell’anno. Gli spiegai tutte le attività svolte e fummo concordi che le accuse di anticlericalismo e di antimilitarismo erano certamente fuori luogo, senza senso, assurde. Secondo qualche monsignore a quel tempo un religioso doveva essere clericale e militarista! Non si rendeva conto che affermava un pensiero antievangelico! Il clericalismo veniva considerato un valore da difendere anche attraverso denunce anonime e minacce ai superiori!
Il priore generale dell’Ordine si recò al colloquio col monsignore funzionario del dicastero e gli fece un solenne rimprovero: per aver utilizzato una lettera anonima per appoggio alle accuse delle accuse, per aver accusato un suo frate di accuse che avrebbero dovuto essere ritenute un onore, e per avergli fatto fare quattro ore di anticamera nonostante l’appuntamento fosse ad un orario preciso. E la cosa finì lì.
Ma questo la dice lunga sul fatto del clericalismo e dell’anticlericalismo, e su quanto sia radicato in certe persone, peggio se in posizione di responsabilità!
Si pensa normalmente che sia clericale chi appartiene alla Chiesa o a un Ordine religioso.
Certo l’origine del termine è di carattere ecclesiastico, ma il significato è molto più vasto.
In passato certamente il mondo clericale era imbevuto di clericalismo. Ora molto meno. Ora è quasi più facile trovare clericalismo nel mondo laico che nel mondo religioso. E’ più facile trovare un laico credente malato di clericalismo perché nostalgico di una chiesa potente, incisiva a livello sociale, che non trovare un religioso attaccato ai privilegi del mondo clericale. I religiosi stanno tornando alla laicità delle loro origini, almeno come mentalità.
Ma, e sembra un assurdo ma non lo è, oggi è più facile trovare il clericalismo nel mondo laico non credente che non nel mondo dei credenti: il clericalismo laico che ha istituzionalizzato i pontefici del pensiero unico, i sacerdoti del dio della scienza e della tecnica, i devoti della finanza, gli spiriti dell’appiattimento generalizzato attraverso il processo di globalizzazione/mondializzazione, i fautori dell’ annullamento di ogni forma di presenza religiosa cristiana in quanto disturbo delle altre fedi religiose, tutti questi alla fine sono molto più clericali dei chierici stessi.
Mentre il chierico può essere uno che vive uno stile semplice e laico, il laico che vive con un modo e uno stile clericale è assolutamente fuori luogo, e oggi purtroppo sono tantissimi i laici che, perso ogni tipo di fede, si ritrovano clericali nell’anima.
Certamente è da combattere il clericalismo dei chierici, e papa Francesco, ma anche i suoi predecessori non sono stati da meno, lo sta facendo con impegno quasi quotidiano. Avere annoverato il clericalismo tra le malattie dell’anima significa che può colpire chiunque, e che può dare origine ad altre malattie spirituali.
E’ certamente da combattere nella chiesa, ma è da combattere anche il clericalismo laico, quello che si ammanta di cultura del nulla, di vuoto dell’anima, che coltiva battaglie per diritti che sono semplicemente desiderio di far riconoscere come leggi universali degli istinti repressi, quello che vuole un mondo senza valori e senza dignità.
Per tutti i miei anni di sacerdozio, e mi avvio verso i 50, ho sempre voluto essere un chierico non clericale, ma con quanta fatica, sia in ambito religioso che in ambito laico!

p. Cristiano

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Messaggio  CristianoCavedon Lun 22 Apr - 8:05

Le malattie dell’anima: il clericalismo

Da giovane prete fui accusato di anticlericalismo e di antimilitarismo. Era il 1972. Un giorno accompagnai al Tribunale Supremo Militare di Roma un amico per il processo che doveva stabilire la sua condanna, in quanto obiettore di coscienza. Davanti alla sede del tribunale incontrammo Marco Pannella che sosteneva il diritto di obiezione di coscienza. Più avanti nell’anno reincontrai Pannella perché facendo da accompagnatore al vescovo brasiliano mons. Helder Camara, a Roma in attesa di essere ricevuto da Paolo VI, aveva voluto conoscere Pannella e le sue battaglie.
Nello stesso anno il papa Paolo VI ricevette in visita Van Thieu, dittatore sudvietnamita sostenuto dagli americani durante la guerra del Vietnam. Un gruppo di circa 120 sacerdoti provenienti da tutta Italia facemmo una manifestazione silenziosa contro tale visita sfilando per le vie di Roma.
Dopo questi fatti dagli uffici del Vicariato, centro della Diocesi di Roma, partì una lettera anonima su carta intestata del Vicariato, contro di me e indirizzata in Vaticano per denunciarmi di anticlericalismo e di antimilitarismo. Il mio priore generale fu chiamato in Vaticano per rispondere di me e delle accuse che mi venivano rivolte. Prima di recarsi in Vaticano il priore generale venne a cercarmi e a chiedermi che cosa avevo combinato. Gli spiegai tutte le attività svolte e fummo concordi nel pensare che le accuse di anticlericalismo e di antimilitarismo erano certamente fuori luogo, senza senso, assurde. Secondo qualche monsignore a quel tempo un religioso doveva essere clericale e militarista! Non si rendeva conto che affermava un pensiero antievangelico! Il clericalismo veniva considerato un valore da difendere anche attraverso denunce anonime e minacce ai superiori! Questo si pensava in Vaticano a quei tempi!
Il priore generale dell’Ordine si recò al colloquio in Vaticano e mi difese egregiamente. E la cosa finì lì. Ma questo la dice lunga sul fatto del clericalismo e dell’anticlericalismo!
Si pensa normalmente che sia clericale chi appartiene alla Chiesa o a un Ordine religioso.
In realtà il termine ha un significato molto più vasto.
In passato certamente il mondo clericale era imbevuto di clericalismo. Ora è quasi più facile trovare clericalismo nel mondo laico che nel mondo religioso. E’ più facile trovare un laico credente malato di clericalismo, che non trovare un religioso attaccato ai privilegi del mondo clericale.
Oggi è più facile trovare il clericalismo nel mondo laico non credente che non nel mondo dei credenti: il clericalismo laico che ha istituzionalizzato i pontefici del pensiero unico, i sacerdoti del dio della scienza e della tecnica, i devoti della finanza, gli spiriti dell’appiattimento generalizzato, i fautori dell’annullamento di ogni forma di presenza religiosa cristiana in quanto disturbo delle altre fedi religiose, i sostenitori della postmodernità, tutti questi alla fine sono molto più clericali dei chierici stessi.
Il laico che pensa di aver eliminato ogni forma di religiosità, perso ogni fede, si ritrova clericale nell’anima!
Certamente è da combattere il clericalismo dei chierici, e papa Francesco, ma anche i suoi predecessori non sono stati da meno, lo sta facendo con impegno quasi quotidiano. Avere annoverato il clericalismo tra le malattie dell’anima significa che può colpire chiunque, e che può dare origine ad altre malattie spirituali.
E’ certamente da combattere nella chiesa, ma è da combattere anche il clericalismo laico, quello che si ammanta di cultura del nulla, di vuoto dell’anima, che coltiva battaglie per diritti per i propri istinti repressi.
Personalmente, da religioso, coltivo un sano spirito di laicità scevro di ogni forma di clericalismo.

p. Cristiano

CristianoCavedon

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