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SILENZI E PAROLE DI MARIA: MARIA E LA CHIESA

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Messaggio  federico.meneghello Lun 12 Mar - 6:44

In tutto il NT Maria ha parlato sette volte (il numero della pienezza armonica: dei suoni [le 7 note musicali], dei colori[i 7 colori dell’arcobaleno], del tempo [i 7 giorni della settimana], dello Spirito [i 7 doni dello Spirito]): due con l’angelo Gabriele, due con Gesù (al Tempio e a Cana), due volte con il saluto a Elisabetta, e poi col Magnificat, una volta con i servi a Cana.
Per il resto della sua vita solo silenzi: silenzi dove lo Spirito è sempre presente, silenzio di ascolto.
Maria più che donna della parola è vergine dell’ascolto, donna del silenzio.
Donna in ascolto della Parola, che è suo Figlio.
Maria entra ed esce dai vangeli in silenzio. Non toglie mai la scena al Figlio.
E’ sempre in relazione a Gesù. Maria senza Gesù sarebbe una qualsiasi donna di Palestina.
Maria è immersa nel silenzio. Comincia nell’anonimato di Nazaret: non ha casato, non ha antenati illustri. Silenzio nella nascita del Salvatore: silenzio adorante.
Nel racconto di Luca (1, 1-20) ci sono tante voci: angeli, pastori, esercito celeste, ma manca la voce di Maria. Si tratta di un silenzio non casuale. Dobbiamo scrutarne il significato: cosa significa e perché un silenzio adorante, una adorazione dell’incarnazione?
E’ un silenzio preceduto dalle parole con l’angelo che dicono della fede di Maria.
Così attorno alla Croce di Gesù ci sono tante voci, ma non quella di Maria.

Spesso il silenzio è più ricco di significato rispetto alle parole. Spesso le parole non riescono a dire quello che vorremmo. Altre volte le parole sono indispensabili. E nei Vangeli non c’è mai una parola inutile o senza significato, così come non c’è mai un silenzio senza significato.

Nei vangeli è grande il silenzio non solo di Maria, ma anche su Maria, specialmente dopo la morte di Gesù.
Dove andò? A casa di Giovanni? E dov’era il giorno di Pasqua?
Dove trascorreva i giorni tra Pasqua e i giorni successivi?
Facile pensare che, obbedendo a Gesù, non si sia allontanata da Gerusalemme, in attesa del battesimo nello Spirito. Facile pensare che Giovanni la abbia ospitata in casa sua.
Tra l’Ascensione e la Pentecoste il libro degli Atti la ricorda nel Cenacolo.

Prima della risurrezione di Gesù c’è chi la vede costantemente presente vicino alla tomba del Cristo. Ma anche lei non ha visto la Risurrezione. Le è apparso Gesù risorto? I vangeli canonici non dicono. Una apparizione del Risorto a Maria è presente in alcuni padri e in vangeli apocrifi. Come seppe della Risurrezione? Ma poi dove andò Maria?
Quanto visse? Qualcuno dice che non morì di vecchiaia: secondo un apocrifo sarebbe morta a 59 anni, undici anni dopo l’ascensione al cielo di Gesù.

Tutta indeterminata e nel silenzio la vita terrena di Maria.
Troviamo pochi accenni nei testi neotestamentari, ma sufficienti per testimoniare la presenza di Maria nella prima comunità cristiana (At 1,14).
Maria è citata con la sua qualifica, Madre di Gesù, oltre che con il suo nome.

Con il suo silenzio parla di fedeltà, di orazione, di comunione, di attesa della venuta dello Spirito santo.
Con questa memoria Luca conclude il suo discorso su Maria iniziato con l’Annunciazione. È la sua teologia mariana. La missione della vergine si conclude nel cenacolo.

Maria è attiva nel momento in cui la Chiesa, già fondata da Cristo, sta per uscire sul mondo per la prima evangelizzazione. Inizia il tempo della Chiesa e Maria è presente. Per questo è Madre della Chiesa e bene ha fatto papa Francesco a istituire la festa della Madre della Chiesa il lunedì dopo Pentecoste.

La teologia mariana di Luca si fonda sull’azione dello Spirito santo. Maria è una esperta dello Spirito fin dall’Annunciazione e come tale partecipa e condivide la vita della prima comunità cristiana.

Maria non è sola: nella comunità iniziale ci sono fratelli e sorelle, discepoli e parenti.
Ricordo la interpretazione di san Girolamo condivisa dalla tradizione cattolica: fratelli come sinonimo di cugini.
Non tutti i parenti di Gesù credevano in lui: alcuni non credevano (Gv 7,5), anzi intervenivano contro o per farlo smettere (cf Mc 3, 20-21 e 31-35) o lo ritenevano pazzo.
Ricordo anche che Gesù si stacca dal pensare la famiglia umana centro di tutto, insegna che c’è un altro tipo di parentela, migliore di quello di sangue: chi fa la volontà del Padre questi è mio fratello, sorella…
La famiglia spirituale è più significativa di quella naturale.

Maria fa parte di questa chiesa domestica, questa chiesa ascoltò le parole di Maria, in questa chiesa Maria avrebbe confidato verità conosciute solo da lei, come ad es. la concezione verginale e il riconoscimento della maternità divina da parte di Elisabetta. Queste confidenze sarebbero confluite nei racconti di Luca (Maria come fonte di Luca, cf. R. Laurentin ).

Rispettiamo però il silenzio di Maria come ritroviamo nei Vangeli, che rimane messaggio di fedeltà, di fede e di comunione.

Nella chiesa primitiva, assieme a Maria, sono presenti anche alcune donne. Secondo un codice ci sarebbero anche dei figli presenti, presumibilmente figli degli apostoli. Le donne in questo caso sarebbero le mogli degli apostoli.
Secondo un altro testo del II° secolo sarebbero delle vedove che erano state al seguito di Gesù.
A noi interessa che sono donne, discepole, che hanno sperimentato Gesù come salvezza, che avevano assistito Gesù e gli apostoli, che erano state testimoni della passione, morte, sepoltura, e risurrezione. Restano fedeli anche dopo la partenza di Gesù, fedeli e credenti, come Maria e assieme a Maria.

Questo gruppo è assieme, assiduo e concorde nella preghiera.
Maria prega con la prima comunità cristiana. Con perseveranza e persistenza, una preghiera continua, ininterrotta, come insegnato da Gesù: pregare senza stancarsi. Maria partecipa a questa preghiera.
E’ concorde nella preghiera della comunità: non che manchino le difficoltà. Concordia non fondata da simpatia o altro simile, ma da adesione intima a una fede comune e a un progetto condiviso di impegno cristiano. E’ solidale nel pensiero, nel sentimento e nell’ azione.
Costituisce uno dei fondamenti della prima comunità cristiana.

Il libro degli Atti ci presenta Maria che prega con la comunità cristiana mentre attende e domanda il dono dello Spirito della Pentecoste.
È l’ultima immagine che la Scrittura ci consegna circa l’esistenza terrena di Maria.
Maria insegna ad assumere nella preghiera un atteggiamento di accoglienza, come lei aveva fatto dalla Annunciazione in poi. Maria così è maestra di preghiera e di fede, nel segno della comunione.
Questo il significato anche del suo silenzio.

Dalla presenza di Maria nella comunità cristiana primitiva derivano anche altri aspetti:
La sua appartenenza alla comune umanità: Maria è nostra sorella per vincoli di natura, anche lei rientra nell’universale opera di redenzione compiuta da Gesù Cristo, anche lei salvata.
Maria nostra sorella perché appartiene a tutti i livelli della nostra realtà di esseri umani e di cristiani in cammino verso il raggiungimento della nostra più completa verità.
I cristiani nel loro pellegrinaggio sentono di avere una sorella umanissima, che dona fiducia.
Ognuno dei cristiani può ispirarsi a lei e vederla nella sua esemplarità.
Paolo VI l’ha definita “sorella elettissima” della chiesa e dei cristiani.
Già nel IV sec. d.C. Cromazio di Aquileia diceva: la Chiesa non può essere detta tale se non è presente in essa Maria, la Madre del Signore, insieme con i suoi fratelli. La Chiesa è presente laddove si predica l’Incarnazione di Cristo dalla Vergine; e là dove predicano gli apostoli che sono i fratelli del Signore, lì si ascolta il Vangelo.

Pertanto non c’è Chiesa senza Maria: la prima comunità cristiana inizia il proprio cammino in comunione con gli apostoli e stretta attorno a Maria modello sia del pregare, sia dell’essere chiesa e del fare chiesa, sia dell’apertura allo Spirito, creatore di santità e di unità.
Tutto questo Maria lo fa nel più totale silenzio.
E la riscoperta della dimensione mariana, essenziale e vigorosa, della Chiesa degli Atti è un modello per la Chiesa di sempre.

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Messaggio  don.battista Mar 13 Mar - 18:40

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SILENZI E PAROLE DI MARIA: MARIA E LA CHIESA
federico.meneghello Ieri alle 5:44 am
In tutto il NT Maria ha parlato sette volte (il numero della pienezza armonica: dei suoni [le 7 note musicali], dei colori[i 7 colori dell’arcobaleno], del tempo [i 7 giorni della settimana], dello Spirito [i 7 doni dello Spirito]): due con l’angelo Gabriele, due con Gesù (al Tempio e a Cana), due volte con il saluto a Elisabetta, e poi col Magnificat, una volta con i servi a Cana.
Per il resto della sua vita solo silenzi: silenzi dove lo Spirito è sempre presente, silenzio di ascolto.
Maria più che donna della parola è vergine dell’ascolto, donna del silenzio.
Donna in ascolto della Parola, che è suo Figlio.
Maria entra ed esce dai vangeli in silenzio. Non toglie mai la scena al Figlio.
E’ sempre in relazione a Gesù. Maria senza Gesù sarebbe una qualsiasi donna di Palestina.
Maria è immersa nel silenzio. Comincia nell’anonimato di Nazaret: non ha casato, non ha antenati illustri. Silenzio nella nascita del Salvatore: silenzio adorante.
Nel racconto di Luca (1, 1-20) ci sono tante voci: angeli, pastori, esercito celeste, ma manca la voce di Maria. Si tratta di un silenzio non casuale. Dobbiamo scrutarne il significato: cosa significa e perché un silenzio adorante, una adorazione dell’incarnazione?
E’ un silenzio preceduto dalle parole con l’angelo che dicono della fede di Maria.
Così attorno alla Croce di Gesù ci sono tante voci, ma non quella di Maria.

Spesso il silenzio è più ricco di significato rispetto alle parole. Spesso le parole non riescono a dire quello che vorremmo. Altre volte le parole sono indispensabili. E nei Vangeli non c’è mai una parola inutile o senza significato, così come non c’è mai un silenzio senza significato.

Nei vangeli è grande il silenzio non solo di Maria, ma anche su Maria, specialmente dopo la morte di Gesù.
Dove andò? A casa di Giovanni? E dov’era il giorno di Pasqua?
Dove trascorreva i giorni tra Pasqua e i giorni successivi?
Facile pensare che, obbedendo a Gesù, non si sia allontanata da Gerusalemme, in attesa del battesimo nello Spirito. Facile pensare che Giovanni la abbia ospitata in casa sua.
Tra l’Ascensione e la Pentecoste il libro degli Atti la ricorda nel Cenacolo.

Prima della risurrezione di Gesù c’è chi la vede costantemente presente vicino alla tomba del Cristo. Ma anche lei non ha visto la Risurrezione. Le è apparso Gesù risorto? I vangeli canonici non dicono. Una apparizione del Risorto a Maria è presente in alcuni padri e in vangeli apocrifi. Come seppe della Risurrezione? Ma poi dove andò Maria?
Quanto visse? Qualcuno dice che non morì di vecchiaia: secondo un apocrifo sarebbe morta a 59 anni, undici anni dopo l’ascensione al cielo di Gesù.

Tutta indeterminata e nel silenzio la vita terrena di Maria.
Troviamo pochi accenni nei testi neotestamentari, ma sufficienti per testimoniare la presenza di Maria nella prima comunità cristiana (At 1,14).
Maria è citata con la sua qualifica, Madre di Gesù, oltre che con il suo nome.

Con il suo silenzio parla di fedeltà, di orazione, di comunione, di attesa della venuta dello Spirito santo.
Con questa memoria Luca conclude il suo discorso su Maria iniziato con l’Annunciazione. È la sua teologia mariana. La missione della vergine si conclude nel cenacolo.

Maria è attiva nel momento in cui la Chiesa, già fondata da Cristo, sta per uscire sul mondo per la prima evangelizzazione. Inizia il tempo della Chiesa e Maria è presente. Per questo è Madre della Chiesa e bene ha fatto papa Francesco a istituire la festa della Madre della Chiesa il lunedì dopo Pentecoste.
La teologia mariana di Luca si fonda sull’azione dello Spirito santo. Maria è una esperta dello Spirito fin dall’Annunciazione e come tale partecipa e condivide la vita della prima comunità cristiana.

Maria non è sola: nella comunità iniziale ci sono discepoli e parenti.
Maria fa parte di questa chiesa domestica, questa chiesa ascoltò le parole di Maria, in questa chiesa Maria avrebbe confidato verità conosciute solo da lei, come ad es. la concezione verginale e il riconoscimento della maternità divina da parte di Elisabetta. Queste confidenze sarebbero confluite nei racconti di Luca (Maria come fonte di Luca, cf. R. Laurentin ).

Rispettiamo però il silenzio di Maria come ritroviamo nei Vangeli, che rimane messaggio di fedeltà, di fede e di comunione.

Maria prega con la prima comunità cristiana. Con perseveranza e persistenza, una preghiera continua, ininterrotta, come insegnato da Gesù: pregare senza stancarsi. Maria partecipa a questa preghiera.
E’ concorde nella preghiera della comunità: non che manchino le difficoltà. Concordia non fondata da simpatia o altro simile, ma da adesione intima a una fede comune e a un progetto condiviso di impegno cristiano. E’ solidale nel pensiero, nel sentimento e nell’ azione.
Costituisce uno dei fondamenti della prima comunità cristiana.

Il libro degli Atti ci presenta Maria che prega con la comunità cristiana mentre attende e domanda il dono dello Spirito della Pentecoste.
È l’ultima immagine che la Scrittura ci consegna circa l’esistenza terrena di Maria.
Maria insegna ad assumere nella preghiera un atteggiamento di accoglienza, come lei aveva fatto dalla Annunciazione in poi. Maria così è maestra di preghiera e di fede, nel segno della comunione.
Questo il significato anche del suo silenzio.

Dalla presenza di Maria nella comunità cristiana primitiva derivano anche altri aspetti:
La sua appartenenza alla comune umanità: Maria è nostra sorella per vincoli di natura, anche lei rientra nell’universale opera di redenzione compiuta da Gesù Cristo, anche lei salvata.
Maria nostra sorella perché appartiene a tutti i livelli alla nostra realtà di esseri umani e di cristiani in cammino verso il raggiungimento della nostra più completa verità.
I cristiani nel loro pellegrinaggio sentono di avere una sorella umanissima, che dona fiducia.
Ognuno dei cristiani può ispirarsi a lei e vederla nella sua esemplarità.
Paolo VI l’ha definita “sorella elettissima” della chiesa e dei cristiani.
Già nel IV sec. d.C. Cromazio di Aquileia diceva: la Chiesa non può essere detta tale se non è presente in essa Maria, la Madre del Signore, insieme con i suoi fratelli. La Chiesa è presente laddove si predica l’Incarnazione di Cristo dalla Vergine; e là dove predicano gli apostoli che sono i fratelli del Signore, lì si ascolta il Vangelo.

Pertanto non c’è Chiesa senza Maria: la prima comunità cristiana inizia il proprio cammino in comunione con gli apostoli e stretta attorno a Maria modello sia del pregare, sia dell’essere chiesa e del fare chiesa, sia dell’apertura allo Spirito, creatore di santità e di unità.
Tutto questo Maria lo fa nel più totale silenzio.
E la riscoperta della dimensione mariana, essenziale e vigorosa, della Chiesa degli Atti è un modello per la Chiesa di sempre.
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riveduto, corretto e accorciato ok d.Battista
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